Le denunce delle donne raccolte anche dalle farmacie

Nuova iniziativa di Asst, Comune e associazioni per contrastare il fenomeno

Non solo per acquistare farmaci o prodotti diversi, ma anche per denunciare di essere vittima di violenza. Rivolgendosi direttamente al farmacista - con cui spesso si ha un rapporto di fiducia - per dire quel che ancora oggi è difficile da confessare per paura o vergogna. Crescono a Lodi gli strumenti di tutela per le donne vittima di violenza, grazie alla collaborazione tra Comune di Lodi, Asst e i soggetti della rete antiviolenza di Lodi, come il centro antiviolenza “La metà di Niente” e l’associazione L’Orsa Minore. L’iniziativa al momento coinvolge le farmacie comunali ed è stata presentata ieri, dall’assessore alle pari opportunità Giusy Molinari, insieme ai referenti dell’Asst che stanno seguendo il progetto, come Bianca Gritta, dirigente della rete di coordinamento e integrazione ospedale-territorio della direzione socio-sanitaria, Barbara Grecchi, referente aziendale per la violenza domestica del servizio di Promozione della Salute e Daniela Quaini, della direzione generale dell’azienda speciale Farmacie Comunali Lodi.

«L’iniziativa, proposta da Asst, è stata immediatamente condivisa e sostenuta da noi e dalle Farmacie Comunali, e ci consentirà di mettere a disposizione delle donne uno spazio e una possibilità in più per denunciare situazioni di violenza, oltre all’ospedale e alle forze dell’ordine - spiega Molinari - . Le donne vittime di fenomeni di violenza, che sono in costante aumento anche nel nostro territorio, in questo periodo di lockdown, si sono trovate a vivere difficoltà in più, generata dalla co-abitazione forzata con il maltrattante, senza avere la possibilità di andare a denunciare perché controllate a vista. E di contro le farmacie, negli ultimi mesi, sono diventate punto di riferimento fondamentale per ciascuno di noi, magari per l’impossibilità di rivolgerci al medico o al pronto soccorso».

Ad aprire la strada, a livello nazionale, è stato il protocollo tra Dipartimento Pari Opportunità e Ordine dei Farmacisti, in un periodo, peraltro, in cui «le denunce sono scese del 60 per cento, proprio perché le donne non hanno avuto la possibilità di farsi avanti». Già pronto il materiale informativo, sia per i punti vendita sia per gli utenti, le donne potranno rivolgersi direttamente al farmacista - nei punti vendita dell’azienda all’ospedale, in zona Fanfani (via San Bassiano, 39), San Fereolo (in viale Pavia 9) e zona Revellino (via Cavallotti, 23) - per una richiesta di aiuto. Da qui scatta il protocollo che prevede che la donna sia accolta, accompagnata in una stanza riservata, per alcune domande di contesto e la possibilità di attivare, con il suo consenso, il centro antiviolenza e, nei casi più gravi, le forze dell’ordine. «Il motore che ci ha spinto a interfecciarsi è la volontà di andare incontro alle donne, ma il nostro obiettivo è anche ridurre gli accessi al pronto soccorso per alleviare il lavoro dei sanitari ancora impegnati nell’emergenza - spiega la dottoressa Grecchi - : la farmacia poi è un luogo più neutro, meno eclatante, e potrebbe essere più facile da raggiungere». Preparata anche una lista di domande per aiutare le donne a riconoscersi come vittime di violenza. Tutte le richieste di aiuto saranno poi registrate in un report per valutare l’efficacia dello strumento.n

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