Le case di riposo pronte a riaprire alle visite dei parenti

Il sottosegretario Costa ha annunciato un emendamento per sbloccare la situazione entro maggio

Se riaprono le case di riposo agli ospiti? Pronti a ripartire. A dirlo la presidente di Santa Chiara Giovanna Invernizzi: «Noi siamo pronti - spiega -. Da noi i focolai non ci sono, per fortuna. Gli anziani sono tutti vaccinati e, in ogni caso, abbiamo il chiostro che è all’aperto, ma anche in condizioni di protezione. Aspettiamo le direttive». Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha annunciato a Rai Radio1 che si sta «lavorando a un emendamento che verrà inserito nel decreto “aperture” e che consentirà il ritorno delle visite dei parenti ai propri cari nelle Rsa». L’importante, commenta dalla casa di riposo di Maleo il presidente Eugenio Aimi, «è che ci dicano, con esattezza come. Se devono fare i tamponi ogni volta prima di entrare chi li fa? La casa di riposo non può accollarsi questi costi. Forse bisognerebbe ammettere l’ingresso delle persone già vaccinate (a 10 giorni dalla seconda dose), per gli altri parenti bisogna programmare le visite. C’è chi parla di green card italiana dopo la metà di maggio. L’importante è che l’indicazione non sia general generica per tutti. Se l’ospite è allettato in camera, non posso far entrare i parenti nelle corsie. Le linee guida dovrebbero essere molto dettagliate e prevedere le varie situazioni». A Natale, a Maleo, i parenti erano entrati in entrambe le Rsa. «A metà sala - spiega Aimi - abbiamo messo la parete divisoria con i tavolini e il plexigass, una modalità di incontro che si è aggiunta alle tradizionali videochiamate. Da luglio siamo senza focolai. Dobbiamo tenere però le stanze per i nuovi ingressi e per chi fa la quarantena post ricovero ospedaliero. In quest’ultimo caso, infatti, abbiamo riscontrato delle positività. Gli anziani hanno dovuto rimanere isolati fino a che non si sono negativizzati». Anche a Casale, sono pronti ad applicare le direttive regionali e nazionali che saranno emanate. «La grossa novità - spiega Mauro Soldati, presidente dell’Assc di Casale - è che abbiamo riaperto il centro diurno lunedì. Avevamo 40 posti, siamo ripartiti con 13 per adesso. Per i parenti stavamo aspettando anche noi le indicazioni: siamo prontissimi per mettere in pratica tutto quanto. Abbiamo inaugurato la nuova hall, abbiamo reso più piacevoli gli incontri, separati dalla barriera, non abbiamo fatto la stanza degli abbracci perché puntavamo ad una ricongiunzione fisica, il valore del contatto della mano e dell’abbraccio vero non hanno prezzo. Siamo prontissimi, è un altro mattoncino fondamentale per tornare alla normalità». Nella casa di riposo di Codogno, spiega il presidente delle Opere Pie Gianni Stringhetti, «stiamo facendo uno studio per poter riaprire. Stiamo aspettando gli esiti. La responsabilità ultima è del direttore sanitario quindi le valutazioni devono essere precise».

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