«Lavoro nero dopo il terremoto a Macerata»: sotto inchiesta una società di Melegnano

La ditta reclutava muratori romeni per un subappalto a Ussita

Reclutati in Romania da una ditta con sede a Melegnano e mandati a lavorare undici ore al giorno a Macerata, nel cantiere delle “casette” Sae (Soluzioni abitative di emergenza) a Ussita, per gli sfollati del terremoto del 2016 in Umbria e nelle Marche. Ma per almeno tredici muratori, forse anche una decina in più, questo incarico si sarebbe tradotto secondo l’accusa in retribuzioni in parte in nero e nella negazione di diritti fondamentali, come le giornate di riposo settimanale.

È quanto emerso da un’indagine avviata nel 2017 dai carabinieri del Nucleo presso l’Ispettorato del lavoro di Macerata e della compagnia di Camerino, che aveva preso le mosse dalla denuncia di un lavoratore dell’Est che lamentava di essere stato «fortemente sconsigliato» dal recarsi al pronto soccorso dopo essersi fatto male nel cantiere.

I carabinieri avevano concentrato le loro indagini su una delle aziende che avevano il subappalto per la costruzione delle casette, la Europa Srl di Melegnano - che ora risulta non più attiva - e avevano documentato per giorni e giorni i movimenti nel cantiere. Risulta fosse stato effettuato anche un accesso presso la sede di Melegnano, con il sequestro di alcune banconote false, ricondotte però a una persona estranea alla società ma formalmente intestataria del contratto di affitto per la sede.

Ora all’esito delle indagini sono stati rinviati a giudizio, per difendersi da ipotesi che comprendono anche il non aver versato contributi previdenziali, l’allora legale rappresentante della società melegnanese, V.R., italiano, e il romeno G.C., che si sarebbe occupato secondo gli investigatori di reclutare la manodopera nel suo Paese. Il processo, a Macerata, si aprirà il 18 giugno. Alcune contestazioni riguardano anche le modalità del subappalto. Parte dei lavoratori identificati dai carabinieri sarebbero stati successivamente assunti. Tra previdenza e retribuzioni mancherebbero all’appello 230mila euro.

La costruzione delle casette Sae era stata al centro anche di un contenzioso per stipendi non pagati per oltre centomila euro da parte di un altro subappaltatore, la società Gesti One, pendenze che però dopo un pronunciamento del giudice del lavoro erano state onorate dal Consorzio Arcale, cui la pubblica amministrazione aveva appaltato l’edificazione delle case per gli sfollati.

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