Lavoro, bilancio “da paura”

Un bilancio “da paura”. È quello del 2012, un anno durante il quale la crisi non ha mollato la presa sul Lodigiano. Quasi mille i posti di lavoro andati in fumo, quasi 4 milioni le ore di cassa integrazione autorizzate. Non che gli addetti ai lavori non se lo aspettassero, solo pensavano che almeno uno spiraglio sarebbe finalmente filtrato nel caos di chiusure e procedure di mobilità.

Secondo la Cgil Lombardia, che ormai da diversi anni tiene il conto della crisi, nel Lodigiano si sono verificati da gennaio a novembre 983 licenziamenti, 292 indennità di mobilità e 691 indennità di disoccupazione, con una crescita dell’11,83 per cento rispetto al 2011; a novembre, inoltre, 186 persone sono rimaste senza stipendio.

Gli uffici stanno elaborando i dati definitivi, aggiornati a dicembre. Quel che è certo è che i numeri riferiti al panorama lombardo fanno impressione: in tutta la regione ci sono circa 57mila lavoratori rimasti a casa, 26,27 per cento in più rispetto al 2011.

Nonostante i più ottimisti credevano che l’utilizzo degli ammortizzatori sociali avrebbe subito almeno un rallentamento, tutti hanno dovuto ricredersi. A Lodi, inoltre, la situazione sembra essere andata peggio che in altre province, a causa dell’impennata di tutti i tipi di cassa: ordinaria, straordinaria e in deroga. Le ore autorizzate fino a novembre 2012 sono state 3 milioni 918mila: 999.815 per l’ordinaria, 1 milione 408mila per la straordinaria, 1 milione 509mila per quella in deroga. Per la Cgil è come se ci fossero 2.298 lavoratori equivalenti a zero ore, il 2,99 per cento della popolazione attiva. Il dato emerge da un calcolo piuttosto complesso, si tratta dei lavoratori “virtuali” che risultano dalla divisione tra il monte ore totale di cassa considerato e il numero di ore mensile medio per persona (155 ore) per i mesi in questione. Secondo la stima del sindacato, inoltre, sul territorio si contano circa 97mila addetti tra dipendenti e autonomi, 76.877 nel privato.

«Non c’è purtroppo nessuna crescita dietro l’angolo - commenta la segreteria regionale della Cgil - e non si intravede nessuna luce in fondo al tunnel. Non la vedono i tanti lavoratori licenziati e in cassa integrazione, i tanti giovani senza lavoro e senza speranza di un futuro degno, che vivono una situazione di precarietà di vita e di lavoro. La Lombardia è in sofferenza, il suo tessuto produttivo sta regredendo, si stanno perdendo le eccellenze e molte realtà produttive e commerciali sono in estrema difficoltà e in procinto di chiusura, mentre la disoccupazione è in crescita insieme al lavoro nero e precario».

Ad aggravare il panorama ci sono poi gli esodati, circa 800 nel Lodigiano: sono tutti coloro che per effetto della riforma Fornero sono rimasti in bilico, senza pensione.

Greta Boni

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