«Lavoro ai giovani, ci vuole un piano»

Una vita nell’Udc: sebbene appena 33enne, Paolo Pizzocri ha svolto già tutta la trafila interna al partito: prima nei movimenti giovanili, poi nel coordinamento regionale e nazionale, quindi nella direzione regionale. Oggi è vicesegretario regionale del partito, e porta il suo contributo alle elezioni candidandosi alla Camera (è n. 4 nella circoscrizione Lombardia 3) e proseguendo nel suo ruolo interno alla formazione guidata da Casini. Paolo è figlio d’arte, il papà Rinaldo è segretario provinciale dell’Udc ed è stato sindaco di Sordio, dove Paolo vive tuttora. Liceale al Verri, ha poi studiato legge a Milano, al cui foro si è poi iscritto.

Che contributo pensi di poter portare in queste elezioni?

«Ho fatto tanta attività giovanile prima e come vicesegretario più recentemente. Questo mi ha portato a girare tutta Italia, a tenere contatti con i giovani, con le associazioni del territorio. È stata una grande ricchezza per me, e oggi dopo aver a lungo servito il partito dietro le quinte, penso di poter dare un contributo proprio nei rapporti diretti con la gente, nel confronto. Anche e soprattutto con il Lodigiano».

In un momento di antipolitica, arrivi proprio dalla segreteria politica dell’Udc. Credi sia penalizzante?

«Come coalizione abbiamo sia la voce della politica con l’Udc e con Fli, sia quella della società civile con la lista Monti. Alla fine, nonostante faccia politica da tanti anni, sono un volto nuovo rispetto alle istituzioni. E poi tutti i fenomeni che hanno portato l’Italia dove si trova sono arrivati proprio dall’antipolitica: Berlusconi, la Lega, sono usciti 20 anni fa come reazione alla politica, e guardate dove ci hanno portato. La gente per fortuna ha aperto gli occhi, però. E anche nel Lodigiano credo siano ben spalancati, viste anche le esperienze che abbiamo in casa».

A cosa ti riferisci?

«Penso alla politica populista di chi aveva promesso di non fare più arrivare gli extracomunitari in Italia. La Lega ha parlato alla pancia della gente promettendo cose irrealizzabili, diceva che avrebbe bloccato gli extracomunitari. Sì, li ha bloccati in albergo, come ben sanno a Sen Zenone e Lodi Vecchio. Ecco che cosa ha fatto la Lega. I problemi vanno affrontati diversamente».

Quale priorità daresti al Lodigiano come parlamentare?

«Il governo ha riordinato i conti, adesso è il momento della crescita. La priorità deve essere l’occupazione, quella giovanile in particolar modo, soprattutto per fare in modo che il percorso di studi dei ragazzi possa coincidere con le occasioni di lavoro. Ci vuole un piano organico per l’occupazione giovanile. Trasparenza e valorizzazione del merito devono essere i perni di questo piano».

Come pensi di poter rappresentare il territorio a Roma?

«Di certo non bisogna superare le strutture provinciali e comunali, ma al contrario bisogna lavorare con esse, indipendentemente dal colore politico. Se ci sono iniziative territoriali valide, da qualsiasi sindaco siano portate avanti, di centrodestra o centrosinistra, devono essere appoggiate e sostenute. Poi la legge elettorale attuale non favorisce il dialogo con il territorio, ma deve essere un preciso dovere di chiunque ci rappresenti. Il contatto con le istanze territoriali è fondamentale e va coltivato sempre, in qualsiasi ruolo si faccia politica».

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