Lavori in ospedale, pioggia di proteste

Lavoratori in mezzo al cantiere e difficoltà d’accesso dei mezzi motorizzati: la ristrutturazione dell’ospedale di Casale finisce sotto accusa. La settimana scorsa il cantiere che da più di un anno è stato aperto al presidio di Casale è arrivato alla hall d’entrata, che deve essere risistemata con un nuovo punto di ingresso e con lo spazio per un bar. Le attività di cantiere sono proseguite spedite e hanno visto il montaggio di pareti provvisorie di separazione tra l’ala in cui si lavora e l’accesso alla struttura del centralino, agli ascensori e alle scale.

«Abbiamo lavorato con un cantiere aperto a pochi metri - si lamentano alcuni operatori -. Al di là del via vai degli operai, giustificato dalla presenza di altri cantieri proprio dietro l’ingresso, al centralino era impossibile lavorare tra martellate, trapani e la piena attività di cantiere. E in più, essendo il cantiere parzialmente aperto, ci sono spifferi ovunque e il riscaldamento funziona a metà. Gli elementi della parte dove oggi si lavora, infatti, sono stati smontati già un mese e mezzo fa. Ma qui si lavora anche di notte, con i cantieri davanti e alle spalle, in un ambiente dove la porta si apre e chiude in continuazione. La temperatura scende e di parecchio».

Con chiunque si parli c’è comprensione per le esigenze dei lavori, ma rimane qualche perplessità sull’organizzazione del cantiere e sulle ricadute. «Gli altri reparti in cui si lavora al piano terra sono stati giustamente spostati, ma chi lavora al centralino è costretto a stare proprio in mezzo al cantiere», commenta un’altra operatrice. Alcune richieste sarebbero già state avanzate proprio dai lavoratori del centralino, una mezza dozzina di dipendenti che più di tutti sente il disagio dei lavori in corso in ospedale.

E tuttavia questo non è l’unico problema segnalato. La ristrutturazione prevede la creazione di nuovi accessi per i mezzi nella parte anteriore della struttura. Questi ingressi dovrebbero sostituire uno di quelli oggi sul lato e quello sul retro. Gli accessi carrabili che non saranno più utilizzati sono già stati chiusi perché il cantiere è già arrivato a lavorare in queste aree, ma i nuovi ingressi ancora non si vedono all’orizzonte.

«Il risultato è che le ambulanze, le automediche, le auto d’accompagnamento dei pazienti, i furgoni per le merci, tutti coloro insomma che hanno bisogno di avvicinarsi il più possibile alla struttura, tutti utilizzano un solo accesso, con i disagi facilmente comprensibili - racconta un autista -. Di tre ingressi, oggi ce n’è uno solo, ma prima di chiudere gli accessi dietro andavano aperti quelli davanti per evitare il caos».

Le lamentele, anche se nessuno le vuole esprimere in via formale, sono trasversali e vanno dai pazienti, ai familiari, agli operatori: «I disagi sono sotto gli occhi di tutti, non c’è nulla di nascosto e nulla da nascondere - conclude un operatore -. E la direzione è informata: speriamo si riescano a trovare delle soluzioni». La conclusione dei lavori è prevista ufficialmente per aprile, anche se il cantiere ha accumulato qualche settimana di ritardo.

Andrea Bagatta

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