Lavoratori in presenza al 15 per cento, Eni riapre il Secondo Palazzo Uffici

L’edificio era rimasto chiuso tre settimane. Ora bar e ristoranti di questa zona di San Donato sperano nella ripresa

I primi segnali di ripresa della normalità a San Donato si stanno alzando anche dal mondo aziendale: ieri ha riaperto il Secondo Palazzo Uffici Eni per accogliere il 15 per cento dei lavoratori in presenza. Tra il popolo di circa 10mila impiegati del cane a sei zampe c’è quindi chi ha ricominciato a timbrare il cartellino e a prendere posto sulla scrivania. In particolare l’edificio era stato chiuso tre settimane fa in quanto, con quasi tutti i dipendenti in smart working, la società di Mattei, probabilmente al fine di contenere i costi di sorveglianza e di manutenzione, aveva accorpato nel Primo Palazzo i pochi addetti che si alternavano in presenza. Edificio che è comunque rimasto semi-vuoto in attesa dell’allentamento delle misure restrittive legate al calo di contagi ormai registrato in gran parte delle regioni d’Italia.

Ad attendere l’indotto portato dal popolo degli impiegati, sul territorio sono innanzitutto i bar e i ristoranti che, seppure siano ancora alle prese con una serie di limitazioni, proprio in questi giorni stanno intravedendo un barlume di ripresa. Gli esercenti hanno infatti ricominciato a vedere dei piccoli gruppi di impiegati che si muovono nelle zone che ospitano i grandi poli di terziario e che magari si fermano a bere un caffè o a fare colazione prima di incominciare la giornata. Così come c’è chi nei prossimi giorni riprenderà a sedersi all’aperto a mangiare un panino o a comprare il pranzo da asporto quale alternativa alla mensa aziendale.

Del resto, oltre al colosso Eni, anche Snam e Saipem hanno ripreso, seppure con una serie di cautele, a riaprire le porte dei loro uffici. La stessa strada viene percorsa anche dagli altri grandi marchi presenti nella città alle porte di Milano che prima del Covid contava quasi 20mila pendolari al giorno. Insomma, la ripartenza è iniziata e i prossimi mesi dovrebbero decisivi sebbene rimangano aperti una serie di grossi interrogativi per il futuro. Se le aziende infatti confermeranno l’intenzione di avere circa il 40 per cento di lavoratori in presenza, almeno la metà dei giganti di vetro sembra destinata a rimanere deserta o ad attendere altri inquilini.

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