Laureati, una speranza di lavoro in più

Cresciute del 5 per cento le assunzioni dei giovani nel Lodigiano

Per i lodigiani che conquistano la tanto agognata laurea c’è una speranza in più. L’anno scorso le assunzioni sono cresciute del 5 per cento su tutto il territorio rispetto al 2009, in particolare 480 giovani hanno trovato lavoro. Come è noto, però, mettere in tasca un contratto a tempo indeterminato è un’impresa difficilissima e i numeri della disoccupazione che colpisce ragazzi e ragazze “freschi” di studio resta elevata.

I dati sono emersi nel corso della presentazione del rapporto “Laureati in Lombardia: è ancora crisi?”, promosso da Camera di commercio di Milano, Unioncamere Lombardia e regione Lombardia e realizzato da Formaper, l’azienda speciale dell’ente guidato da Carlo Sangalli, in collaborazione con la provincia di Milano.

In tutta la regione è cresciuto il numero di neo laureati assorbito dall’universo del lavoro (+8 per cento), si tratta degli studenti che hanno terminato i corsi negli ultimi tre anni rispetto alla data dell’assunzione, passati da 32.575 a 35.308 assunzioni.

Solo il 7 per cento ha ottenuto un contratto a tempo indeterminato (due anni fa la quota raggiungeva il 10,1 per cento), inoltre tra coloro che hanno iniziato uno stage tre anni fa, il 20 per cento si trova nella stessa situazione. Nell’11,7 per cento dei casi i neolaureati hanno un lavoro a tempo determinato, nel 10,5 per cento un contratto “cococo”o “cocopro”, mentre in meno di 1 caso su 10 si riesce ad accedere a un contratto a tempo indeterminato.

A proposito di “profili gettonati”, ogni due anni la Camera di commercio di Lodi svolge un’indagine per individuarli. Al momento il territorio ha bisogno di figure specializzate, ingegneri o tecnici ben preparati, oppure esperti di paghe per quanto riguarda il settore amministrativo. Gli uffici di via Haussmann spiegano che le previsioni di assunzione per l’anno scorso, effettuate nel 2009, indicavano 180 avviamenti per commessi, 80 tecnici contabili, 60 addetti allo sportello bancario, 50 tecnici di vendita e marketing, 50 ausiliari contabili e magazzinieri, 30 segretarie; i titoli di studio richiesti variavano dal diploma alla laurea. Nel comparto industriale, invece, si indicavano 110 avviamenti per conduttori di catene di montaggio automatizzate, 80 meccanici per auto e macchinari industriali, 70 elettricisti e riparatori, 50 specialisti tecnici informatici, 40 ingegneri tecnici e disegnatori industriali, a cui si aggiungevano 40 muratori per l’edilizia e, nel settore dei servizi, 90 assistenti socio-sanitari, 60 camerieri e baristi; il titolo di studio cambiavano dalla laurea alle qualifiche professionali.

Anche da via Haussmann si cerca di portare avanti un percorso che possa aiutare chi ha lasciato i banchi di scuola e chi ha voglia di fare impresa: «Ci sono diverse attività che stiamo sviluppando - afferma Alessandro Zucchetti, presidente della Camera di commercio di Lodi -, l’aspetto fondamentale resta però la capacità della scuola di preparare al mondo del lavoro, attraverso esperienze concrete, per far comprendere davvero di che cosa si tratta, da questo punto di vista in passato si è fatto poco. Stiamo collaborando con le scuole per fare formazione, così come organizziamo corsi all’esterno delle aule per aspiranti imprenditori, nel corso dei seminari spieghiamo quali sono gli adempimenti formali e come nasce un’azienda, poi ci concentriamo sul “business plan”, ovvero su come gestire un’attività, è chiaro che poi tutto si impara sul campo. Inoltre - aggiunge Zucchetti - abbiamo uno sportello per l’impresa rivolto a chi si è appena iscritto oppure a chi è alle prime armi. A luglio, con Formaper partirà un nuovo corso che si terrà al Parco tecnologico padano, dedicato a chi vuole mettersi in gioco come imprenditore in ambito agroalimentare. La cultura d’impresa è importantissima».

Greta Boni

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