Lascia l’ospedale per vedere la figlia

La donna che ha perso il marito visita la bimba in coma

Non poteva più stare lontana dalla figlia, così ha chiesto il permesso di lasciare l’ospedale di Cremona dov’è ricoverata per raggiungere la piccola Lubna agli Spedali Civili di Brescia. Ieri mattina la 31enne E.M.S, malerina di origine marocchina che domenica ha perso il marito Muhammed El Abidi nel terribile incidente alle porte di Formigara, ha potuto finalmente rivedere la figlioletta di 9 anni che in seguito allo schianto si trova in gravi condizioni. Da cinque giorni la bambina è in coma, e secondo quanto riferito dai parenti serve un miracolo per riuscire a salvarla. «Ha chiesto di vedere la bimba per assicurarsi che sia viva - ha raccontato ieri Giuseppe Milani, responsabile Caritas di Maleo che mercoledì ha fatto visita alla giovane madre e al figlio di 4 anni all’ospedale di Cremona -; la morte del marito le è stata comunicata inavvertitamente da un’amica al telefono e temeva che le stessero nascondendo la verità anche su L.E.A.». La notizia sulla tragica fine del marito Muhammed le era stata risparmiata in attesa che si riprendesse, perché anche la donna ha riportato lesioni al volto, al braccio e all’anca. E il figlio piccolo El Abidi, 4 anni appena, una frattura al braccio. Ricoverato nel reparto pediatrico dell’ospedale di Cremona rifiuta di mangiare e non smette di piangere. Per calmarlo i medici hanno deciso di affiancare al suo lettino quello della madre, così da tenerli a fianco. È invece sola, nella sua battaglia per la vita all’ospedale di Brescia, la sorellina L.E.A.. E il solo pensiero era un tarlo che la madre non poteva più sopportare, che l’ha fatta insistere per andare da lei. La 31enne marocchina in Italia non ha nessun famigliare e può contare solo sull’aiuto dei fratelli e della sorella di Muhammed. È distrutta, disorientata dalla enormità che le è piombata addosso. E tutto il dolore è sfociato in un pianto ininterrotto, quando mercoledì Milani è entrato nella sua stanza. «Le siamo vicini - ha detto ancora una volta Milani - le abbiamo portato la solidarietà delle compagne di scuola (mamma e figli seguivano il corso di alfabetizzazione a Maleo) e dei genitori dei bambini». Ma il sostegno della comunità non si fermerà lì: «Intendiamo attivare una colletta - promette il responsabile Caritas -, ne daremo notizia sul prossimo giornale parrocchiale». Tra non molto E.M.S. e il suo bambino saranno dimessi. La paura resta per la figlia e come ieri la madre, anche i responsabili Caritas sono decisi ad andare a trovarla. Se non hanno potuto farlo finora è per la delicatezza della situazione, che costringe i medici a restringere le visite. Ma è un impegno che Milani ha preso con se stesso, lo deve alla memoria dell’amico Muhammed, il padre della piccola che non c’è più.

La. Go.

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