Verrebbe da fare della facile ironia sul fatto che il recente seminario di studi internazionale sull’edilizia scolastica (Space for learning: bridging innovation and safety in school buildings, “evento internazionale dedicato alla sicurezza nell’edilizia scolastica ed ai nuovi ambienti di apprendimento” come annunciava una nota del Ministero dell’Istruzione, organizzatore del seminario insieme all’Ocse) si sia svolto… a Roma, in Italia, Paese che notoriamente non sta benissimo per quanto riguarda la situazione degli edifici scolastici. Comunque il seminario c’è stato e, lasciando l’ironia, la scelta dell’Italia come sede è un riconoscimento al fatto che il nostro Paese sta cercando di migliorare in concreto la situazione dell’edilizia scolastica, anche con recenti investimenti. Così, aprendo i lavori, ha spiegato il Sottosegretario all’Istruzione Vito De Filippo: “L’attenzione riservata dal Governo all’edilizia scolastica – in tutti suoi aspetti, dalla sicurezza alla modernità degli ambienti – e gli ingenti investimenti degli ultimi anni per gli edifici scolastici (esistenti e da realizzare ex novo) hanno fatto crescere l’interesse internazionale per il nostro Paese e per le buone pratiche realizzate in questo settore”.Insomma, se è vero che non siamo “ben messi” – come evidenziano ogni anno i rapporti sulla situazione strutturale delle scuole – è altrettanto vero che qualche passo avanti si sta facendo. In particolare – al seminario di Roma lo ha spiegato la stessa ministra Valeria Fedeli – in 3 anni sono stati messi a disposizione oltre 7 miliardi tra fondi gestiti dal ministero dell’Istruzione e altri; con risorse gestite direttamente da Viale Trastevere sono stati finanziati più di 7mila interventi per la messa in sicurezza, più altri 6.198 per le verifiche diagnostiche. Per la ministra Fedeli è stata imboccata “la strada giusta”. Infatti – ha spiegato – “la nuova governance integrata, con un Osservatorio Nazionale per l’edilizia scolastica dove si riuniscono tutti i soggetti interessati, e i nuovi strumenti per il finanziamento – il Fondo unico per l’edilizia scolastica, l’anagrafe dell’edilizia scolastica – hanno permesso di fare passi avanti importanti”.Naturalmente molto resta da fare e lo ha ben chiaro chi frequenta i rapporti annuali sull’edilizia scolastica nei quali si rilevano grandi disparità tra diverse realtà territoriali, situazioni di edifici del tutto inadeguati, dove mancano anche i certificati antisismici. Il rapporto Ecosistema scuola di Legambiente nel 2016 denunciava in particolare le carenze su sicurezza antisismica ed efficienza energetica. Lo stesso rapporto, tuttavia, riconosceva l’apertura di una “nuova fase” nell’attenzione all’edilizia scolastica nel nostro Paese, pur sostenendo che le riqualificazioni procedono troppo a rilento.Avanti, dunque. Piano ma avanti. E il recente seminario Miur-Ocse potrebbe essere una nuova iniezione di attenzione e di fiducia su un tema – quello dell’edilizia scolastica – che resta decisivo. Non solo perché, ovviamente, le scuole devono essere luoghi sicuri, ma anche perché ai fini dello stesso apprendimento è importante avere ambienti adeguati (anche in rapporto alle didattiche e agli strumenti innovativi).
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