La Zucchetti si conferma prima in Italia

In due anni ha assunto 350 giovani, 80 negli ultimi quattro mesi

L’applauso forse il più scrosciante l’ha ricevuto il direttore generale di Ibm Italia, che per disegnare la situazione economica internazionale e la necessità di guardare lontano, ha citato una frase di Mao Tse Tung: “Grande è la confusione sotto il cielo. La condizione è eccellente”.

E questo è stato il biglietto da visita del grande meeting dei patner Zucchetti, tenuto il 5 e 6 maggio al centro congressi di Riccione. Un meeting sui generis, caratterizzato da due giorni incessanti di dibattiti, confronti, idee innovative.

Dove a svolgere un intervento è stato chiamato, come abbiamo detto, addirittura il massimo dirigente dell’Ibm, una multinazionale tra le più agguerrite, che in passato alla Zucchetti ha strappato commesse e quote di mercato. Dove non si citano le frasi famose del gotha del capitalismo internazionale, ma le massime del rivoluzionario Mao Tse Tung. Dove le luci della ribalta appartengono a tutti i dirigenti della grande azienda lodigiana, mentre Mino Zucchetti storico fondatore, anima di una realtà sorprendente e cuore pulsante dell’intero gruppo, non siede al tavolo di comando con il microfono in mano, ma in platea, addirittura in seconda fila. Dove Alessandro e Cristina Zuccetti, passandosi sapientemente il microfono l’un l’altra, hanno indicato la filosofia del meeting: “Creare il futuro. Senza subirlo”.

Così è stato. Il meeting, che è organizzato a cadenza biennale, è servito per fare il punto della situazione di una realtà lodigiana che neppure i lodigiani conoscono. Sono stati Cristina e Alessandro Zucchetti a introdurre i lavori e a snocciolare numeri e cifre che lasciano meravigliati e che riempiono il petto d’orgoglio a quanti hanno a cuore il futuro del Lodigiano.

La Zucchetti ha poco meno di duemila addetti, una rete distributiva che supera gli 800 partner sull’intero territorio nazionale e oltre 73.000 clienti. Tra questi clienti ci sono molte grandi aziende: l’Eni, l’Enel, McDonald’s, la Fininvest, la Lambroghini. Ci sono il Riso Scotti, l’Auchan, l’Air France. E ci sono anche la presidenza del Consiglio, il Senato della Repubblica e - udite udite - la sede Onu di New York.

Mentre ovunque, in Italia e nel Lodigiano, negli ultimi due anni sono state chiuse decine di aziende travolte dalla crisi economica, Zucchetti ha continuato ad assumere. In due anni 350 nuove assunzioni. E quest’anno, da gennaio ad aprile, un’altra ottantina. Tutti giovani. Ragazzi e ragazze che non finiscono sopra un muletto della logistica a spostare bancali, ma operano in un’azienda di cervelli, spalancata verso il futuro. Oltre mille sono i dipendenti che lavorano nel settore ricerche e sviluppo, perché - e questo è stato scandito ripetutamente - le aziende che non si distinguono si estinguono.

Nel meeting di Riccione i dirigenti della Zucchetti hanno spronato a guardare lontano. L’offerta del gruppo è tale che l’azienda non ha confronti né in Italia né in Europa. I clienti acquisiscono vantaggi competitivi e si avvalgono di un unico partner informatico in grado di soddisfare le più svariate esigenze di carattere informatico. È stato più volte sottolineato: a Lodi vengono prodotte soluzioni software, hardware e servizi innovativi realizzati e studiati per soddisfare le specifiche esigenze di aziende di qualsiasi settore e dimensione, banche e assicurazioni. Tra le curiosità, il fatto che tra i prodotti innovatici della Zucchetti ce n’è uno che rende sicuro l’accesso negli stadi, e a tutt’oggi sono ormai 70 gli stadi in Italia e in tutto il mondo che utilizzano ciò che è stato creato nel Lodigiano. Quanti si sono alternativi sul palco, soprattutto nella mezza giornata d’apertura del meeting, sono stati in grado di dipingere la filosofia dell’azienda: in una grande squadra - hanno detto - è la passione che fa la differenza. E ancora: dobbiamo muoverci più velocemente dei concorrenti. Bisogna scavare il pozzo prima di avere sete. La crescita prosegue, in tutto il mondo: la Zucchetti, ha dichiarato con orgoglio un alto dirigente, è tutta proiettata in avanti, nella ricerca e nello sviluppo. Stiamo vivendo - ha detto - un nuovo rinascimento. E a quel punto Mino Zucchetti, che non si è perso un solo attimo del metting, sornione, ha sorriso. A un grande collezionista d’arte la parola rinascimento spalanca il cuore.

Tra i suoi ospiti - «è importante che veniate di persona, per conoscere qual’è la nostra realtà», ha scritto nella email d’invito - c’erano il sindaco di Lodi Lorenzo Guerini, l’assessore Uggetti, il presidente della Fondazione della Banca Popolare di Lodi Duccio Castellotti e il direttore del «Cittadino», estensore di queste note.

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