La vicenda dei rifiuti è nazionale

L’immondizia straripa. E non è una metafora. Dunque è tempo di soluzioni, al di là delle promesse, degli slogan, delle campagne elettorali. Che sono finite, anche se in realtà siamo sempre in campagna elettorale, un modo per scansare le responsabilità. Non possiamo però permettercelo con due premesse. La prima è che, quando si supera un certo livello di intromissioni di interessi, di tutti i generi e, in particolare, di quelli in senso lato malavitosi nelle politiche pubbliche, non solo una città, ma un intero sistema-Paese rischia il declassamento e il degrado. Tanto più in tempi di crisi, quando non possiamo più finanziare a debito, cioè scaricare in avanti le nostre magagne. I conti non tornano e tutto si corrompe. Sono costi che nessuno si può permettere, in un mondo sempre più competitivo. La seconda premessa, che naturalmente consegue, è che la questione napoletana è una questione nazionale. Insomma la vicenda dell’immondizia diventa una spia, un campanello d’allarme. Se non siamo in grado di affrontarla significa che siamo ormai avvitati nella spirale del degrado. Dunque servono soluzioni. In tutte le democrazie efficienti le soluzioni per le politiche pubbliche in settori sempre più strategici come questi sono suggerite da una tecnostruttura attendibile, responsabile e validata dalle autorità politico-amministrative, con il consenso degli elettori. Se a questo circuito virtuoso si sostituisce un coacervo di attori deboli, che si muovono con logiche corporative e micro-settoriali di breve o brevissimo momento, tese a monetizzare immediatamente qualsiasi iniziativa, non si va da nessuna parte. Anzi, si consumano anche le poche energie virtuose o quantomeno le professionalità che pure esistono a tutti i livelli. E allora è necessario riannodare i fili, con traguardi che vadano al di là dei pochi mesi e attivino tutti i livelli, da quello comunale a quello nazionale e tutti gli attori. Sì, si può fare. E si può anche attivare la solidarietà dell’Italia settentrionale, che per decenni ha utilizzato non poche regioni meridionali per lo smaltimento dei rifiuti. Quello che nessuno è più disposto a sopportare è fare dell’immondizia un alibi o uno strumento di pressione per continuare a fare affari. Attenzione, dunque: i responsabili politici e amministrativi, di destra come di sinistra, sono tutti indistintamente avvertiti. Non ci sarà prova d’appello, per nessuno. Si chiedano, si impongano pure dei sacrifici a tutti. Ma se ne renda conto, secondo un preciso cronoprogramma. E i responsabili del fallimento paghino, pubblicamente. Senza scuse, senza alibi e senza troppe chiacchiere.

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