LA TRAGEDIA DI SAN DONATO Donna morta, attesa l’autopsia. La mamma è grave in ospedale

Mercoledì l’incidente sulla Paullese, il 19enne arrestato resta a San Vittore

Sarà eseguita la prossima settimana l’autopsia sul corpo di Sabrina Franco, 38enne di San Donato, morta sul colpo mercoledì sera sulla Paullese. La mamma, Rosi M., che si trovava in auto con lei, è invece ancora in prognosi riservata in ospedale, al Policlinico di Milano. Le sorti della madre determineranno la gravità delle accuse contestate a S. 0., 19enne marocchino, che si trovava alla guida dell’auto che ha provocato l’incidente mortale e che attualmente si trova in carcere a San Vittore, in stato di arresto per omicidio stradale. Altre due persone, in macchina con S. O., sono indagate per omissione di soccorso. Le attività d’indagine, coordinate dalla Procura di Milano, sono state svolte dalla polizia locale di San Donato guidata dal comandante Ferdinando Longobardo. Gli agenti, raccolte le testimonianze sul luogo dell’incidente, hanno esaminato anche i filmati delle telecamere presenti all’incrocio e dei sistemi di rilevazione del passaggio col rosso.

Secondo quanto ricostruito, proprio una mancata precedenza, ha comportato lo schianto tra la Opel Corsa di Sabrina Franco e la madre Rosi M. con la Volkswagen Passat di S. O. e dei suoi due passeggeri.

La Passat ha superato il semaforo sulla Paullese all’intersezione con via Angelo Moro quando la lanterna era rossa e la Opel Corsa delle due donne stava attraversando la provinciale. Come da prassi gli agenti hanno chiesto il drug test e l’alcol test sul conducente della Passat, mentre l’autopsia sulla vittima servirà a chiarire le cause del decesso di Sabrina Franco.

Solo ad esame autoptico eseguito potrà essere restituita la salma alla famiglia e stabilita la data dei funerali.

La giovane donna viveva con i genitori a San Donato in via Moro e lavorava come impiegata alla Schenker di Peschiera, dove anni prima aveva lavorato anche la mamma.

Le condizioni stabili (comunque gravissime) di Rosi M. rappresentano una piccola consolazione per una famiglia che è distrutta dalla tragedia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA