La Tem cancella il grano

La Tem allunga tutta la sua forza su Cologno e sulla Madonnina di Casalmaiocco. Da pochi giorni in mezzo al mais attorno alla frazione si allarga una “striscia” enorme, con un’escavatrice che gira di qua e di là. E’ la bonifica degli ordigni bellici che, nell’imprecisione dei bombardamenti durante l’ultimo conflitto, potrebbero essere finiti anche qui quando dovevano colpire la ferrovia Milano-Piacenza. «Ma è più probabile che trovino qualche cartuccia di cacciatore», ironizzavano ieri agricoltori e altri curiosi che non si stanno perdendo lo spettacolo della prima “cicatrice” dell’autostrada su suolo lodigiano.

Adesso la larghezza delle sei corsie Tem si vede davvero. Chi vuole avere un’impressione concreta di cosa sia la Tem la trova a Cologno, anche se qui, nello specifico, l’autostrada verrà inghiottita dal tunnel della Madonnina. Lo spazio liberato per i rilievi preliminari di cantiere, in effetti, corrisponde bene alle dimensioni della carreggiata, ma in questo caso la sede ad opera conclusa sarà sotterranea, con fuoriuscita oltre la provinciale 138 Pandina. Curiosità come detto per l’avamposto della tangenziale, ma anche constatazioni velenose da parte dei proprietari dei fondi espropriati in zona. Prima osservazione: «Come si fa a far partire i rilievi di cantiere nel bel mezzo della stagione del raccolto? Ci obbligano a distruggere ettari di mais». Seconda: «Gli indennizzi per le colture tagliate a mezza crescita sono stati ridicoli. Dodici centesimi e mezzo al metro quadrato per il mais perso, 1200 euro all’ettaro».

«Ecco come veniamo compensati di un danno che si sarebbe evitato semplicemente iniziando il cantiere fra quaranta giorni, cosa che un consulente agronomo avrebbe capito in cinque minuti»: constatazioni di questa natura rendono più saporiti i commenti degli agricoltori che in diversi punti del Sudmilano guardano le ruspe andare a caccia di eventuali intoppi, di guerra o meno, in mezzo ai campi «pelati».

Il mondo dei produttori agricoli e zootecnici scuote la testa di fronte alla tempistica con cui l’autostrada si è messa in moto, e ai pochi spiccioli che finora filtrano dal meccanismo degli indennizzi.

«La cosa più bizzarra è cominciare coi rilievi a metà luglio - primo motivo di stupore -, qualunque perito agronomo avrebbe detto di aspettare il raccolto o di lasciare il campo a riposo». Quando si parla di quattrini poi il riso diventa verde, e non solo perché qui è tutta campagna: «Indennizzi? Lasciamo stare il capitolo. Zero virgola dodici euro al metro quadro, settecento a pertica. Questo è quello che siamo legittimati a riscuotere finora».

© RIPRODUZIONE RISERVATA