LA STORIA Le salva la vita da bambina, poi la ritrova come collega al Policlinico di San Donato

Il dottor Alessandro Giamberti aveva operato Valeria Terranova quando aveva solo 4 anni

L’aveva operata al cuore quando Valeria aveva solo 4 anni, quasi 30 anni dopo il dottor Alessandro Giamberti l’ha rivista al suo fianco nella sala operatoria del Policlinico San Donato nei panni di specializzanda in anestesia: ora effettuano insieme delle missioni per salvare la vita ai bambini cardiopatici. Quando si sono rincontrati per la prima volta i due medici non potevano sapere di avere condiviso un momento che ha poi segnato la vita e le scelte della piccola paziente che oggi è diventata una donna. Ma Giamberti - Responsabile delle unità di cardiochirurgia pediatrica e cardiochirurgia dei congeniti adulti del Policlinico San Donato -, ha notato per caso che dalla divisa della dottoressa Valeria Terranova si intravedeva una cicatrice e pertanto le ha chiesto dove è stata operata. Lei ha risposto che l’intervento si era tenuto all’ospedale al Bambino Gesù di Roma, proprio dove il luminare del nosocomio in quegli anni aveva iniziato la sua carriera, per correggere un difetto interatriale. Quella sera Valeria ha telefonato a suo padre il quale riguardando la cartella clinica della figlia ha confermato che il chirurgo che all’epoca l’aveva operata era proprio Giamberti.

«Il giorno successivo in sala operatoria Valeria mi ha abbracciato - spiega lo specialista -: è stato un momento davvero emozionante per entrambi, nemmeno con la più fervida fantasia avrei pensato di trovarmi in sala operatoria con un’anestesista che avevo operato da piccola». E la giovane dottoressa racconta: «La cicatrice al cuore è sempre stato uno spauracchio: da bambina e da adolescente è stata fonte di sofferenza e avevo problemi a mostrarla. La decisione di iscrivermi a medicina - rivela - deriva forse dai tanti ricoveri in ospedale, dal desiderio di comprendere di più». Lei ora lavora presso l’ospedale pediatrico di Palermo, ma Giamberti confida: «Con Valeria è nato un rapporto di profonda stima, amicizia e affetto. Ha scelto di partecipare alle missioni operatorie, ed è già venuta due volte a Il Cairo con la mia équipe. È lodevole che una persona che ha subito un intervento al cuore da piccola ora si dedichi ai bambini che ne soffrono. Ed è anche un perfetto esempio del fatto che nascere con una cardiopatia congenita, o con altri problemi di salute, non preclude alcuna chance. La vita è imprevedibile - conclude -, ed è bellissima».

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