La sfida del centrodestra: a San Cristoforo più sociale

Il sindaco di Secugnago si candida alla guida dell’ente di via Fanfulla: «La volontà è di fare qualcosa per questo territorio: ma la Provincia dovrà ridisegnarsi»

Impegnata nel sociale, per fronteggiare la crisi economica, e al servizio dei Comuni. Così Mauro Salvalaglio, sindaco di Secugnago, sogna la Provincia del futuro. L’avvocato 34enne è in corsa per la presidenza di palazzo San Cristoforo e ieri ha svelato le priorità del suo programma. Sono una serie di obiettivi condivisi con la lista civica vicina al centrodestra “Noi lodigiani”. «La volontà è fare qualcosa per questo territorio – sottolinea -. Credo di essere riuscito a lasciare un segno nel mio paese, per questo conto di poter portare la mia passione anche oltre i confini di Secugnago».

Non ci sono soldi e, al momento, nemmeno le competenze. Come mai ha deciso di candidarsi per la presidenza della Provincia?

«Ho scelto di candidarmi anzitutto per gli stessi principi e con gli stessi stimoli di quando mi ero proposto per il mio Comune nel 2009 e poi pochi mesi fa. Il motivo è la passione il territorio. In più da amministratore comunale ho spesso sentito l’esigenza di sentire vicina la Provincia, come sostegno e punto di riferimento. La mia candidatura va proprio in questa direzione, fare in modo che l’istituzione diventi sempre di più questo, a favore di sindaci, consiglieri e assessori, e in particolare per i cittadini».

La Provincia ultimamente sta vendendo parte del suo patrimonio e la situazione dei conti non è facile. Quali scelte farà per il bilancio dell’ente?

«La Provincia deve ridisegnarsi e reiventarsi nell’ottica sia delle esigenze economiche e finanziarie, sia in un’ottica di strategia istituzionale. Sono infatti cambiate le condizioni economiche e si prepara una revisione delle competenze. La Provincia dovrà diventare un ente che svolga interventi di natura diversa rispetto a quelli fatti fino ad oggi. E in ogni caso, anche senza parte del suo patrimonio, potrà avere un ruolo determinate come ente di sostegno degli sforzi dei Comuni».

Secondo lei quali compiti dovrebbe mantenere la Provincia?

«Nell’ottica dei desiderata, sarebbe importante che la Provincia continui a mantenere gli stessi compiti di oggi. E sinceramente non mi aspetto un grosso stravolgimento da parte del legislatore. Intanto bisogna dire che si parte da una buona base a San Cristoforo, perché tanto è stato fatto a livello provinciale. Per il futuro credo che si debba partire dai problemi più impellenti, quindi il sociale deve essere un elemento cardine, soprattutto in un momento quale quello che stiamo attraversando. Importante è ad esempio il ruolo del Consorzio servizi alla persona. Poi sono da valorizzare ambiente e pianificazione territoriale, oltre alla sicurezza. Già i progetti Smart sono stati un buon inizio e hanno sollecitato l’attenzione di diversi uffici di polizia. Continuare potrebbe portare miglior risultati in tema di sicurezza su tutta la provincia».

Condivide questo tipo di elezioni? Non rischiano di essere appannaggio delle segreterie politiche?

«Non lo condivido e il fatto di parteciparvi non vuole dire condividerlo. Questo modello allontana la cittadinanza dall’interesse verso la Provincia. Creare un fossato tra cittadinanza e la Provincia non è stata una buona scelta».

Non trova un po’ assurdo governare un ente che il governo vuole cancellare?

«Certo questo non faciliterà la prossima amministrazione provinciale, però proviamo a pensare al contrario. Che cosa potrebbe succedere se non dovessimo dare un governo all’ente? Continueremmo con una gestione commissariale, che con tutto il buon impegno che ci può mettere un commissario rimane un qualcosa di avulso rispetto alle dinamiche sociali, politiche ed economiche del territorio. La Provincia adesso c’è. Vedremo cosa deciderà il legislatore. Bisognerà amministrare come se non ci fosse una scadenza».

Perché non si è arrivati ad una lista unica per queste elezioni, ci poteva essere una lista di coesione territoriale?

«Quella sarebbe potuta essere un’occasione. E ad onor del vero sarei stato favorevole ad un’ipotesi del genere, chiaramente con l’elaborazione di rapporti e di dettagli che fossero una reale espressione del territorio. Ma io sono stato coinvolto solo quando questa ipotesi era già sfumata».

Cosa promette a dipendenti?

«Intanto l’impegno deve essere quello di garantire il posto di lavoro, che mi sembra un punto fondamentale in questo periodo. Poi ci potranno anche essere dei margini di manovra nella gestione della pianta organica, ma questa è una cosa da verificare al momento opportuno»

Che ne sarà di San Cristoforo e San Domenico?

«Per come sono gli assetti della nuova Provincia, le due strutture sono necessari alle funzioni odierne, nell’immediato futuro nulla cambierà»

Se diventerà presidente riuscirà a continuare a fare il sindaco?

Con un po’ di spirito di sacrificio si possono fare le due cose, non è semplice. In Provincia ma anche in Comune non c’è un uomo solo al comando».

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