La “salute” dei nostri fiumi: bocciato il Lambro, Adda in buone condizioni

Il monitoraggio contenuto nell’ultimo rapporto dell’Arpa

Miriam Balossi

A differenza dell’Adda, le condizioni del Lambro non sono affatto buone. È quanto emerge dallo “Stato delle acque superficiali in Regione Lombardia. Rapporto sessennale 2014-2019”, pubblicato quest’anno da Arpa Lombardia. Il documento, oltre a fornire un quadro sintetico sia territoriale che normativo, descrive lo stato di qualità delle acque superficiali dei corsi d’acqua in regione Lombardia a conclusione del monitoraggio svolto nel periodo 2014-2019.

La Lombardia è probabilmente la regione italiana più ricca di acque di superficie: dalle Alpi e dalle Prealpi scendono a solcare il territorio regionale numerosi fiumi, affluenti e subaffluenti del Po, tra cui anche l’Adda, quarto fiume d’Italia per lunghezza (313 km), e - tra gli altri fiumi che attraversano il territorio lombardo - il Lambro.

Nell’ambito della valutazione delle variazioni a lungo termine risultanti da una diffusa attività di origine antropica (D.A.A.), il Lambro - collocato in chiusura di bacino, prevalentemente in zona di pianura - risulta avere uno stato complessivo “non buono”, con obiettivo buono al 2021 o al 2027, a seguito anche delle risultanze dell’attività di monitoraggio delle sostanze pericolose. Purtroppo questa situazione non riguarda solo il Lambro meridionale (colatore) presso Sant’Angelo Lodigiano, ma anche il Lambro (fiume) a Orio Litta. In assoluto, la situazione più critica è riferita al bacino Lambro-Olona, che presenta il maggior numero di corpi idrici naturali in stato scarso o cattivo (27 su 40), mentre il bacino dell’Adda presenta invece il maggior numero di corpi idrici in stato elevato o buono (75 su 128). Inoltre, il monitoraggio condotto ha verificato che l’Adda sublacuale, nella zona di Montanaso Lombardo, presenta condizioni fisiche, chimiche e idromorfologiche idonee alla vita dei pesci e quel tratto è, infatti, classificato sotto la categoria “ciprinicola” (acqua popolata in prevalenza da pesci appartenenti alla famiglia dei ciprinidi, come la carpa, la tinca, il luccio).

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