La rete si mobilita per la Muzza

Lodigiani pronti a difendere la Muzza. In pochi giorni il gruppo “Salviamo la Muzza”, nato sul noto social network Facebook, ha catturato l’attenzione di oltre 500 persone.

Marco Ferrari

Il gruppo è nato per iniziativa di Marco Ferrari, originario di Codogno, giornalista per la nota rivista “Focus”, con lo scopo di far conoscere le sorti del colatore Muzza, manufatto storico del Lodigiano, con mille anni alle spalle, oggetto di lavori di manutenzione straordinaria. Un intervento che in nome della esigenze di sicurezza e fruibilità sta abbattendo decine di alberi e cancellando il paesaggio originario. Il dibattito su Internet è ricco di documenti e testimonianze raccolte dai diversi utenti, che hanno principalmente due obiettivi, nessuno dei quali mossi da motivazioni di natura politica: bloccare gli interventi distruttivi, se ce ne saranno gli estremi, e riaccendere i riflettori su un tema dimenticato, l’istituzione del Parco di interesse sovracomunale della Provincia di Lodi, con al centro la Muzza.

Cantiere contestato

Il cantiere contestato è quello che sta interessando i Comuni di Terranova, Bertonico, Turano , Castiglione d’Adda e Mairago. Capofila è il Comune di Bertonico ma si tratta di un progetto di ampio respiro, finalizzato a riqualificare il colatore Muzza, partendo dalla messa in sicurezza idraulica e delle sponde, fino ad arrivare alla fruibilità del colatore, avallato da Ster e Sovrintendenza con i finanziamenti di Regione Lombardia e bando Cariplo. «Ho pensato di creare questo gruppo perché ricordo bene la Muzza, dove da bambino, qui nella Bassa, andavo a giocare e ad osservare la natura e gli animali, e in cui qualcuno forse allora faceva il bagno - ha spiegato Ferrari -: non voglio che questo corridoio ecologico, questo patrimonio storico, venga distrutto per motivazione che sinceramente non riesco a comprendere, come il rischio alluvioni o la fruibilità del corso d’acqua a vantaggio dei canoisti». «Nel primo caso mi pare assurdo che un canale artificiale con chiuse generi un’alluvione - ha precisato Ferrari -, in quanto ai canoisti, credo che gli appassionati si concentrino in ben altre zone più adatte».

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