La rete salva-vita può contare su 87 defibrillatori e 800 “angeli”

Lotta agli infarti: Lodi e il Lodigiano in prima linea

Ci sono 87 luoghi salva-vita a Lodi, dotati cioè di defibrillatori semi-automatici. E 800 persone laiche, non appartenenti quindi all’università della sanità, formate per utilizzarli in caso di emergenza, anche se i dispositivi, grazie alle istruzioni automatiche, sono progettati affinché le persone che assistono al malore, anche senza esperienza, possa provare a salvare una vita.

«Se un paziente ogni mille va incontro ad arresto cardiocircolatorio, per fibrillazione ventricolare, e senza un intervento nei primi sei minuti rischiamo di perderlo, il guadagno di investimenti per la posa di nuovi defibrillatori è incalcolabile, come il valore di ogni singola vita». Così il professor Mario Orlandi, presidente dell’associazione Roberto Malusardi onlus-Amici del Cuore, fa un quadro sul lavoro per costruire in città “una rete salvavita”, avviata due anni fa con il progetto Vita Lodi, «che ha portato Lodi ad essere una delle città italiane con il più alto numero di defibrillatori attivi».

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