La rabbia dopo la morte di Michael: «Non c’erano le giuste protezioni»

Per l’incidente mortale del figlio il padre se la prende con la Provincia

Troppo dolore per la perdita del figlio di 22 anni, troppo domande senza risposte, troppa rabbia nel dubbio che potesse salvarsi. Il papà e l’intera famiglia di Michael Magli, il giovane di San Colombano morto il 23 settembre per un terribile schianto al curvone della provinciale 19 tra Graffignana e San Colombano, hanno deposto ieri un cartellone provocatorio a bordo strada, sul luogo dove il ragazzo è uscito di strada, per attirare l’attenzione della Provincia di Lodi sulla mancanza di barriere protettive a bordo strada.

Sul cartellone è attaccata la croce della bara di Michael: «Grazie alla provincia per le mancate protezioni, vergognatevi» la scritta che l’accompagna. La tesi del papà di Michael è semplice: se in quel punto ci fosse stato il guard-rail, il figlio probabilmente non sarebbe uscito di strada, e forse si sarebbe salvato la vita. «Non servirà a Michael e tantomeno ce lo darà indietro, ma forse potrà salvare un’altra vita, un altro ragazzo o un padre di famiglia – dicono i familiari -. Qualcuno deve intervenire, questo è un punto pericoloso, dove anche in passato ci furono incidenti mortali, e una protezione a bordo strada è il minimo che si possa fare». Michael proveniva a bordo della sua auto da Graffignana, attorno all’1,30 di notte, quando per motivi imprecisati è uscito di strada proprio sul curvone, in un punto dove non c’è guard-rail: l’auto ha proseguito la sua corsa sulla banchina per qualche metro, poi è finita nel fosso profondo oltre due metri e si è ribaltata dentro alla roggia. Michael è stato ritrovato la mattina dopo, alle 9,30, da un automobilista di passaggio che ha notato la vettura nella roggia. Il suo corpo era fuori dall’auto, sotto la vettura, senza vita. «A che ora è uscito di strada, e perché? Ci hanno detto che non hanno trovato tracce di droga o alcol, ci hanno spiegato che non andava veloce, e allora perché si è schiantato? – chiede la mamma -. Ci sono tante domande, ma non abbiamo risposte. Ma se le cose sono andate come ci hanno raccontato, e i dubbi sono tanti, allora il guard-rail avrebbe davvero potuto salvarlo». Ieri sera per la posa del cartello si sono ritrovati tanti suoi amici, una ventina di persone in tutto. «A due settimane esatte dal funerale, vogliamo richiamare l’attenzione di tutti – concludono i familiari -. La curva è segnalata come pericolosa, e di fianco alla strada c’è un fosso profondo, motivo per cui Michael non è stato visto . Noi ci batteremo fino a quando sarà posata una barriera, per non piangere un altro figlio, fratello, amico».n

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