La prima opera pubblica? La cura del territorio

Quanti ponti devono ancora crollare perché lo Stato e le Istituzioni collochino la cura e la manutenzione del territorio al primo posto delle priorità nazionali?L’indecenza è rappresentata dal fatto che dopo i giorni del lutto tutto si riconcentra su grandi opere, per lo più inutili e dannose, e grandi eventi con un consumo di risorse economiche e di suolo spaventoso.Autostrade, cave discariche, stoccaggio gas, asfalto, Mose a Venezia, mafia capitale a Roma Expo, pre-Expo e post-Expo a Milano sono purtroppo pane quotidiano, mentre i beni comuni vengono svenduti e privatizzati in barba all’esito dei referendum popolari sui servizi pubblici e sulla Costituzione del 2011 e 2016.La pessima legge Del Rio con la disordinata disintegrazione delle disintegrazione delle Province e dei servizi pubblici connessi è l’esempio eclatante di ciò che non si deve fare e che deve essere subito modificato.Le grandi manovre in corso per concentrare tutti i poteri nelle grandi società (Fs- Anas - ecc.)sono sintomatiche di una politica governativa e regionale accentratrice e antidemocratica, lontana anni luce dall’interesse generale.A livello locale le aziende ancora pubbliche come Atm di Milano rischiano di non venire salvaguardate e la colpevole inerzia dei soggetti pubblici diventa complicità di una resa senza condizioni alle logiche mercantili.Addirittura si perde il senso del limite e rappresentanti della Città Metropolitana di Milano non eletti direttamente dal popolo ma solo in elezioni di secondo gradi tra consiglieri comunali si arrogano, tra le altre cose, il potere di cancellare il prolungamento M3 fino a Paullo.Questa è la situazione in un contesto in cui il Sindaco di Milano è per legge e non per sovranità popolare Sindaco metropolitano e in cui l’Assessore regionale di turno non si presenta neppure al recente incontro con gli Amministratori del Sud-est milanese su viabilità e trasporti.Per tentare un minimo recupero di credibilità le istituzioni dello Stato utilizzino il tempo e le risorse per fare un po’ di manutenzione a una rete stradale ordinaria quasi completamente abbandonata ,senza pulizia e senza segnaletica.Le istituzioni assicurino condizioni di viaggio decenti ai pendolari anche con l’esercizio di poteri ordinatori nei confronti delle aziende di autotrasporto, senza oscurare le responsabilità di Stato e Regioni per il trasporto pubblico, la sicurezza e la salute. E concretizzino almeno il salvataggio e il rilancio della tramvia Milano-Limbiate senza chiusure e con l’adeguamento di tutti i dispositivi di sicurezza.Non ci si può «dimenticare» della riforestazione di pianura, della mobilita alternativa utile, del ripristino del reticolo irriguo, degli indennizzi agli agricoltori, senza farsi abbindolare dalla propaganda della Tem «sulle sue opere di bene» che possono attingere a ingentissimi fondi inopinatamente regalati dallo Stato.Non ancora contenti di quello che è già avvenuto in un silenzio assordante il Governo nazionale con la Giunta regionale lombarda, il Comune di Milano e la Città metropolitana, tramite la legge di bilancio 2017,ha privato tutti i comuni e la popolazione fuori Milano del patrimonio di Asam-Serravalle senza alcun indennizzo.E infine suona come una tragica presa in giro che dopo le «splendide gesta» di Pedemontana, Brebemi eTem, le Istituzioni Pubbliche procedano con la costruzione della quarta corsia dell’autostrada del Sole nel tratto Milano-Lodi, offendendo l’intelligenza delle persone e del territorio.Prima di dichiarare carta straccia l’orizzonte del trasporto pubblico in tutto il sud-est milanese e nord-lodigiano ,vengano almeno riconvocati tutti i soggetti istituzionali firmatari di accordi di programma e si riapra un confronto serio con Associazioni, comitati e popolazione.

Nel suo intervento Massimo Gatti solleva una serie di problematiche che meriterebbero un ulteriore approfondimento. Siamo disponibili, su questi temi, ad apprire un dibattito e a pubblicare quanto ci perverrà in redazione.

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