La preghiera apre un varco fra le macerie

Abramo, nostro Padre nella fede ritrova i suoi figli riuniti, non a spartirsi territori, a siglare trattati o a firmare accordi economici, ma a prendere coscienza di una realtà che dovrebbe permeare la storia di ciascuno e rendere il quotidiano storico diverso: la creazione è dono di Dio, la pace è dono di Dio. Solo così possiamo aprire una nuova epoca nella nostra storia travagliata.Il rispetto assoluto della diversa fede dei figli di Abramo conduce a sottolineare ancora di più come la pace non sia il bene comune che uno dei due (o di due coalizzati contro il terzo) possa imporre per potere detenuto, forza dimostrata o astuzia diplomatica. Tutti e tre sono inermi, presenti non in luogo politico o in un forum internazionale, ma semplicemente creature oranti.Francesco non è potente Imperatore, macerieSovrano regnante ma Servo del Signore che annuncia un’era nuova, consegnata alle nostre mani perché vuote e supplici quale dono.Il Vaticano - non spazio politico, potere occulto o manovratore finanziario - acquista il sapore di terra arata dalla Parola: per gli ebrei il tanto atteso Messia, per i cristiani il Messia Gesù Cristo, per i mussulmani Allah, l’unico e vero Dio che ha creato l’intero universo. Per tutti insieme: il Signore Pace.Non è sincretismo, appianare le diversità o le discontinuità, in nome di una visibilità che si vuol dire fraterna. È l’accettazione reale e coinvolgente che solo le diversità, rispettate e non temute, possono unire senza annullare l’identità altrui.La presenza di Bartolomeo, patriarca ortodosso, non è casuale ma vuol far comprendere ai cristiani, in primo luogo, all’umanità intera, in secondo, come nel nome di Colui che dona e porta lo Shalom, tutti possiamo unirci, senza timore.L’inutilità, tanto deprecata e svilita, della preghiera, assurge così a valore assoluto: ogni creatura, dinanzi al Creatore invoca ed è priva di ogni sovrastruttura simile ad un puntello umano. Nudità che il Padre di tutti attende, perché attende che le persone se ne avvedano e chiedano a Lui l’aiuto.Tre voci, in tre scansioni di lode, pentimento e invocazione di pace, in tre lingue:Signore della Pace,Divino Sovrano, al quale appartiene la pace!Costruttore di PaceCreatore di tutte le cose!O Dio, Padre Onnipotente, noi qui riunitiTi preghiamo di trasformarci in strumenti della Tua pace,assetati di giustizia, capaci di perdono efautori di riconciliazione.O Dio, Tu sei pace, e la pace proviene da Te,e a Te la pace ritorna.Non è la somma delle voci distinte il fulcro dell’invocazione, lo è lo Spirito di Dio che coglie ogni singola tessera per formare nel mosaico l’unico intento, espresso sempre a tre voci:Concedi pace, bontà, benedizione, grazia, amore erispetto, e misericordia; a noi e a tutto il nostropopolo d’Israele e a tutto il mondo.Benedici la TerraSanta, affinché da quella Terra benedetta la pacepossa giungere fino ai confini del mondo.Nel nome di Cristo nostro Signore. Amen.O Dio, porta la pace nella terra della pace,O Padrone di splendore ed onore, rimuovil’ingiustizia dagli oppressi in questa terra,nutri il tuo popolo che ha fame, e proteggilo dalla paura,tienilo lontano dal male e da coloro checommettono il male, dagli aggressori iniqui,O Signore dei Mondi.Invocazione: corrente benefica creata fra i popoli, fertile respiro.L’allerta mediatica dovrà superare la superficialità, la cronachistica, il commento politico e scavare più a fondo, ritrovare cioè quel Creatore che la globalizzazione elimina dalla Sua creazione e dalle coscienze di tutti.Due religiosi, Francesco e Bartolomeo, due credenti, Peres e Abbas, senza paludamenti diplomatici o protocolli da rispettare: persone provate dalla guerra e dalla sua devastazione, che tentano di scavare fra le macerie e rimuoverle per aprire un varco e consegnarlo all’umanità perché invocano l’Altissimo.Canta il salmo: “ma io come ulivo verdeggiante nella casa di Dio”, sia l’albero piantato insieme rigoglioso.Simbolo e segno di Shalom, Pace, Salam per tutti.

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