La maturità tra artifizi e stranezze

È aperta la stagione della caccia non venatoria, ma “commissariale”, dove gli artefici non sono i cacciatori, e gli animali non sono le prede. Una battuta di caccia particolare che ogni anno parte di questi tempi e vede confrontarsi gli studenti da una parte e i commissari dall’altra. Alludo ai prossimi esami di Stato di cui solo da qualche giorno si conoscono i commissari esterni e presidenti. La pubblicazione delle commissioni sul sito del Miur e sui vari organi di stampa, dà ufficialmente il via a tutto quanto fa parte della tradizione storicamente consolidata. Gli studenti, infatti, dedicano un po’ del loro tempo a cercare notizie di qualsiasi genere sui commissari e presidenti a loro sconosciuti. Elementi fondanti vengono ritenuti la scuola di provenienza, la materia d’insegnamento, il tipo di approccio con gli studenti, ma anche notizie meno professionali e più personali come lo stato anagrafico, se sono sposati o single. Nel primo caso fanno affidamento ai sentimenti paterni o materni, nel secondo caso devono fare i conti con una sorta di acidità relazionale. Si cercano notizie su eventuali hobby e, cosa ancor più strana, su eventuali «traumi infantili» (sic!). Negli ultimi anni si sono aggiunte alcune variabili significative. Si va a scavare anche in ambito politico e spirituale. E allora si ritengono importanti le notizie sulla fede politica di appartenenza o sull’impegno in attività oratoriane o di volontariato missionario. Su tutto questo vengono in aiuto i siti studenteschi. Veri e propri Sherlock Holmes si scatenano nella rete. L’obiettivo è scambiarsi più informazioni possibili e preparare le contromosse. Più notizie si raccolgono, più aumenta la probabilità di non incappare in qualche sorta di lotta impari tra candidato e commissari al momento degli esami soprattutto orali. Nel giro di pochi giorni si preparano e si suggeriscono piani strategici, si sperimentano proposte e si consigliano particolari accorgimenti da mettere in pratica. Una rete operativa da sbalordire anche i più avveduti. Una significativa percentuale di studenti si affida al classico manuale di sopravvivenza ritenuto un utile strumento di lavoro per non arrivare spompati agli esami. Un vero kit di soccorso è, infatti, oggi reperibile in tutte le librerie a disposizione dei disperati dell’ultimo momento e degli insicuri cronici. Poi ci sono i grandi strateghi, quelli pronti a tirar fuori il fatidico asso nella manica, quelli che sventagliano ai quattro venti le metodologie «copiste» orgogliosi di dimostrare di non essere mai caduti in grossolani errori e soprattutto di aver aggirato i commissari impiccioni, tronfi nel ritenersi capaci di essere riusciti a fregare commissari e presidenti senza subire effetti collaterali. Sono tante le categorie presenti tra i ragazzi sui siti studenteschi. Ci sono “i futuristi”, quelli del «tu dimmi che professore hai, e io ti dirò che esame farai». Soggetti apparentemente sicuri, pronti a qualificarsi come i veri depositari della predizione che, guarda caso, si conclude sempre con notizie buone per lo studente salvo poi scoprire che il calcolo delle probabilità non fa mai mancare la possibilità di un fallimento dell’esito finale. A proposito di calcoli una certa rilevanza hanno acquisito ultimamente presso gli studenti «gli statistici» quelli che studiano dati e statistiche degli ultimi anni per arrivare a determinare una significativa percentuale di probabilità sulle tracce che arriveranno dal Ministero. Peccato che a questo grande lavoro non è mai corrisposto una coincidenza tra ciò che è ritenuto come probabile e ciò che si è dovuto poi realmente affrontare agli esami. Una particolare sottolineatura meritano «i pietisti», ovvero coloro che suggeriscono di affidarsi a qualche santo in Paradiso. E qui la concorrenza dilaga. Ci sono santi più quotati e altri meno. Il timore è che affidandosi a qualcuno, qualche altro potrebbe offendersi e remare contro il buon esito degli esami. E allora in questi casi è sempre meglio affidarsi a tutti i santi utili allo scopo. Il più quotato è San Giuseppe da Copertino, protettore degli esaminandi, ma attenzione a non sottovalutare San Espedito da Militene decisamente in salita presso i maturandi. Questi sono i santi di gran lunga più invocati, poi ci sono quelli forse meno ricercati, ma ritenuti altrettanto utili alla causa. Tra questi una buona posizione in classifica occupano San Luigi Gonzaga e San Girolamo. Un discorso a parte merita San Pio da Pietrelcina invocato in tutte le circostanze e quindi ritenuto valido anche dai giovani per affrontare serenamente gli esami. Molto temuti dal Ministero e dai commissari sono i «cibernetici». Sono quelli che ogni anno in tempi rapidissimi, quasi sospetti, riescono a dare notizie delle tracce, delle traduzioni o delle soluzioni che, per solidarietà, in men che non si dica, vengono pubblicati sui siti web, iPad e smartphone. Piuttosto agguerriti sono i «copisti», quelli che trovano il modo di aggirare commissari e presidenti e riuscire così, quasi per magia, a farla franca. Copiare è la loro specialità. Probabilmente rientrano tra quel 37% di studenti che, secondo un’indagine statistica nazionale, dichiarano candidamente di essere riusciti ad eludere la vigilanza dei commissari e di aver copiato quasi tutto durante le prove d’esame. Come abbiano fatto, rimane un mistero. Evidentemente sono ragazzi che riescono a dominare le tensioni, pur sapendo il rischio che si corre dal momento che in gioco c’è l’anno scolastico. Una menzione particolare meritano, infine, «i miglioristi», quelli che si pongono domande sul proprio futuro, quelli del «nosce te ipsum» (conosci te stesso), che scrutano dentro il proprio io per arrivare a conoscere meglio gli altri e il mondo circostante. Sono ragazzi speciali che trovano nella motivazione all’impegno il sale della vita, che mostrano una sete di conoscenza, che provano interesse in quello che fanno, che partecipano attivamente alle varie proposte cultuali con domande pertinenti. Quelli che sanno confrontarsi per proporre soluzioni innovative, che fanno della relazione interpersonale l’occasione per sperimentare e migliorare se stessi e gli altri. Questi sono i veri studenti. A loro va il plauso di tutti e il più sincero «in bocca al lupo».

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