La lezione nell’atrio contro Berlusconi

Una maestra non fa entrare in classe gli alunni

Allo squillo della campanella una maestra della struttura elementare di piazza Italia a San Giuliano ieri mattina ha deciso di non fare entrare in classe gli alunni. L’insegnante, Oriana Trotta, per protestare contro l’affondo di Berlusconi sulla scuola pubblica, al posto che dirigersi in aula, ha infatti sostato nell’atrio del complesso didattico insieme alla classe prima “C”, composta nell’occasione da 20 alunni su 23. Ad alcuni genitori che sono entrati per accompagnare i figli, la docente ha illustrato i motivi che l’hanno spinta a prendere una posizione forte, con l’intento di coinvolgere eventualmente anche altro personale dell’istituto Montessori. I bambini sono stati dunque invitati a sedersi ordinatamente sul pavimento. Stando al racconto fornito dalla diretta interessata ad un certo punto è intervenuta la preside, dottoressa Fiorella Avallone, la quale ha avvertito che quello non era il luogo adatto dove tenere gli alunni, pertanto l’ha invitata ad entrare in aula. Intorno alle 9.30 la maestra, che è rimasta comunque ferma sui suoi passi, ha quindi deciso di accompagnarli in palestra, dove ha organizzato una sorta di iniziativa autogestita, incentrata su alcune letture, in modo tale da tenere occupati i giovanissimi studenti. Dalle 10.30 in poi, come programmato nella tabella giornaliera di orari, è subentrata una collega, che ha ripristinato le regolari lezioni.

Nei confronti della signora Trotta è invece scattato un provvedimento disciplinare siglato dalla dirigente scolastica, la quale sembra non avere ben visto l’improvvisato presidio. Nel frattempo, la promotrice della singolare iniziativa, che ha ottenuto l’appoggio morale di altri insegnanti, oltreché il sostegno di un gruppo di genitori, spiega che, se tornasse indietro, ripeterebbe il suo gesto.

«Sono rimasta indignata e offesa nel sentire pronunciare dal presidente del Consiglio certe parole che ritengo offensive e volgari nei confronti di tutta la mia categoria - racconta -. Ho ritenuto che fosse necessario reagire subito, tempestivamente, senza aspettare sempre che siano i sindacati o comunque gli altri a difenderci. Ho spiegato tutto ad alcuni genitori e ho fatto il possibile per dare la massima visibilità alla mia indignazione. Con questo obiettivo mi sarei fermata nell’atrio, perché se siamo in un Paese dove c’è libertà di espressione, di parola, di opinione, perché non difendere la propria dignità professionale?».

E tiene a chiarire: «Io sono maestra della scuola pubblica italiana, e di questo, nonostante tutti i problemi che cerchiamo quotidianamente di affrontare, sono orgogliosa. Non mi sento di appartenente ad una fascia mal pagata, in quanto mi sento ricca di valori, che non sono in vendita».

Nel pomeriggio alcune mamme, a partire dalla rappresentante di classe, hanno organizzato una raccolta firme per chiedere alla preside di ritirare il provvedimento nei confronti della maestra Trotta. Un gesto di solidarietà nei confronti dell’insegnante.

Giulia Cerboni

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