«La gioia più grande quando mi hanno dato un cucchiaino d’acqua»

San Colombano, il sindaco Giovanni Cesari torna in municipio dopo una lotta di cinque mesi contro il Covid

«I medici mi hanno dato del miracolato, perché a un certo punto dubitavano di potermi fare tornare a casa. Invece sono qui, e sono felice e grato di essere qui». Il sindaco di San Colombano Giovanni Cesari è tornato da qualche giorno in comune, ancora non a pieno servizio, dopo 5 mesi di malattia e convalescenza, di cui 2 allettato nei reparti Covid di Lodi in terapia intensiva e in subintensiva, e 1 a Sant’Angelo per la riabilitazione.

È in forma oggi il primo cittadino, «anche se ogni mattina al risveglio ho dolori fortissimi in tutto il corpo e c’è qualche lacerazione da decubito che fatica ad andarsene». Si era ammalato a fine ottobre, nonostante la prudenza nei confronti del Covid e nonostante un’ottima forma fisica. «Per una settimana ho avuto raffreddore e un po’ di malessere, sono andato a fare il tampone, sono tornato a casa, stavo bene – ricorda Giovanni Cesari -. Poi improvvisamente il sabato la febbre è salita molto, ero appena risultato positivo, e nel giro di tre giorni sono finito ricoverato. Un paio di volte ho temuto di morire soffocato, tanto non riuscivo a respirare, poi sono andato in terapia intensiva, e lì praticamente sono rimasto sempre addormentato. Ho solo un ricordo: credo fosse il giorno dell’Immacolata perché avevo sentito parlare della Prima alla Scala. Mi risvegliarono per poter parlare con mia figlia. Per il resto è il buio, fino a pochi giorni prima di Natale».

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