La crisi non ferma la “voglia” d’azzardo

Nel 2010 bruciati sull’altare della fortuna 266 milioni di euro

I lodigiani hanno sacrificato sull’altare della fortuna la bellezza di 266 milioni di euro. Con una cifra simile avrebbero potuto comprarsi persino la Juventus o una quota di maggioranza del Manchester oppure avrebbero potuto mettersi in tasca una società che naviga in borsa. Del resto trecento milioni di euro sono una pioggia di soldi, che corrisponde all’incirca al costo del prolungamento della linea 5 del metrò a Milano, all’utile consolidato nel 2010 dalla Banca Popolare, agli investimenti privati nel cinema registrati l’anno scorso su tutto il territorio nazionale.

A tenere i conti delle scommesse di tutto lo Stivale è Agipronews, la prima agenzia di stampa che si occupa del settore e che fa da “bussola” al mondo dell’informazione italiana e internazionale. Secondo gli esperti di Agipronews, l’universo del gioco coinvolge più di 30 milioni di italiani, provocando con un volume di raccolta complessivo pari a più del 3 per cento del prodotto interno del paese, che in questo modo si piazza al quarto posto a livello mondiale.

A Lodi i seduttori della dea bendata non possono restare lontani dalle slot, soprattutto negli ultimi tempi le “macchinette mangiasoldi” si sono moltiplicate, facendo la loro comparsa nei bar e nelle sale giochi. Nel giro di 12 mesi si sono portate via 189 milioni 484mila euro, più della metà della cifra totale, scatenando in alcuni casi una vera e propria dipendenza da slot capaci di mandare sul lastrico le famiglie.

Alcuni esercenti hanno più volte raccontato le storie di pensionati che seduti di fronte allo schermo sono riusciti a bruciare l’assegno mensile in poche ore. A questa somma si aggiunge quella riservata alle videolottery, pari a 56.375 euro, si tratta degli apparecchi di nuova generazione in grado di pagare vincite fino a 500mila euro.

Sul podio del gioco d’azzardo al secondo posto ci sono le lotterie, sia istantanee che tradizionali; le prime hanno collezionato 27 milioni 958mila euro, mentre le seconde si sono fermate a 78.600 euro.

Gli appassionati del lotto hanno speso 21 milioni 794 mila euro nella speranza di azzeccare i numeri vincenti, non è un mistero che tra i seguaci ci sia anche chi studia con precisione quasi scientifica la giocata della settimana. Le scommesse sportive a quota fissa hanno totalizzato circa 9 milioni e mezzo di euro, la stessa raccolta è stata realizzata dal Superenalotto.

Anche le corse ai cavalli tengono alta l’attenzione, i lodigiani hanno sborsato 3 milioni 470mila euro per le scommesse in agenzia, 3.934 euro sono stati invece riservati a un tipo particolare di concorso ippico, chiamato V7; per l’ippica nazionale i giocatori hanno speso 1 milione 740mila euro, per quella internazionale la cifra scende a 14mila euro. Poco più di 2 milioni di euro si sono volatilizzati per “Win for life”, ovvero “Vinci per la vita”: se si azzeccano i numeri giusti si portano a casa fino 6mila euro al mese per vent’anni. Ad avere meno successo sono i concorsi pronostici, che hanno registrato una caduta rispetto al passato: i “big”, tra cui spunta anche il Totocalcio, valgono 18.500 euro, quelli sportivi 270mila euro.

Greta Boni

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