La Cassazione restituisce 6.400 euro a uno spacciatore condannato a Lodi

«Ha venduto solo poche dosi»: ora la procura dovrà rintracciare il nordafricano per restituirgli la somma

Carlo Catena

Quando era stato arrestato aveva in tasca 6.500 euro in banconote di ogni taglio, e secondo l’accusa aveva appena venduto alcune dosi di cocaina incassando cento euro. Ora la Cassazione ha restituito a un marocchino di 47 anni, A.A., quasi tutta la somma, 6.400 euro, meno i cento euro che secondo l’accusa aveva appena incassato e che quindi sono ritenuti inequivocabilmente il provento di attività di spaccio.

La condanna del tribunale di Lodi, che aveva disposto la confisca di tutto il denaro che l’extracomunitario aveva con sè, risale all’aprile scorso. Il nordafricano, con il proprio avvocato di fiducia, aveva deciso di patteggiare la pena ma la confisca l’aveva colto di sorpresa, e così ha presentato ricorso alla Suprema corte. La somma era stata sottoposta a sequestro in quanto sproporzionata rispetto ai redditi del nordafricano, ma il difensore aveva poi rilevato nel suo ricorso che, dato che allo spacciatore veniva contestato solo il “quinto comma”, cioè l’ipotesi di spaccio di modica entità, la confisca sarebbe stata illegittima. E la Cassazione ha dovuto accogliere la tesi, nonostante il fatto che l’uomo dovesse rispondere non solo della singola vendita della dose, ma anche dell’ulteriore accusa di detenzione a fini di spaccio perché trovato in possesso di altre dosi di cocaina. Tocca ora alla Procura di Lodi rintracciare il nordafricano per consentirgli di ritirare il denaro.

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