La Bassa non accoglierà i nordafricani

Nella Bassa non ci sono le strutture adeguate per accogliere i profughi del Nord Africa. È vuota la mappa delle strutture pubbliche di accoglienza attesa dalla prefettura di Lodi da parte dei comuni del distretto del Basso Lodigiano: mercoledì sera le municipalità si sono riunite per discutere dell’emergenza ma il vertice non ha prodotto un elenco di edifici pronti ad aprire le porte e rispondere all’emergenza profughi.

Parola del sindaco di Casale Flavio Parmesani, a capo del distretto. «L’ospitalità di profughi è un problema complesso - ha premesso il primo cittadino - e alla luce dei requisiti richiesti per le strutture da ritenersi idonee per esser messe a disposizione dei profughi, i comuni presenti alla riunione hanno verificato di non avere strutture idonee, capaci di soddisfare tutti i requisiti richiesti contemporaneamente».

Gli edifici preposti ad accogliere i profughi del Nord Africa dovrebbero essere pubblici (o ad uso pubblico), sorvegliati e l’assistenza richiesta al loro interno prevedrebbe un servizio di distribuzione dei pasti e di cure quotidiani e costanti: un “vitto e alloggio” completo. E sarebbero questi i requisiti e le aspettative che avrebbero spinto i comuni della Bassa a decretare che nel loro territorio non esistono luoghi pubblici corrispondenti alle aspettative.

Bertonico, Brembio, Casale, Caselle Landi, Castelnuovo Bocca d’Adda, Castiglione d’Adda, Cavacurta, Codogno, Fombio, Guardamiglio, Livraga, Maccastorna, Maleo, Orio Litta, Secugnago, Senna Lodigiana, Somaglia: questi i comuni che hanno partecipato all’assemblea di mercoledì. Del distretto fanno parte però anche i comuni di Camairago, Corno Giovine, Cornovecchio, Meleti, Ospedaletto, San Fiorano, Santo Stefano, Terranova e Turano.

Soltanto il mese scorso il distretto della Bassa si era riunito per lo stesso motivo e, in vista della mappatura delle strutture pubbliche idonee per l’accoglienza, aveva presentato alla prefettura dettagliate richieste di chiarimento, per maggiori garanzie. Quali costi per l’accoglienza? Quali requisiti per le strutture? E quale tipo di assistenza? Quesiti puntualmente chiariti dalla prefettura e rassicuranti per le amministrazioni comunali. Ma il distretto del Basso Lodigiano aveva puntato i piedi anche sull’arrivo di nuovi profughi: perché bussare alle porte del Lodigiano se altre province lombarde non avevano ancora soddisfatto la loro quota di spettanza prevista da Regione Lombardia? Dopo la prima ondata di profughi nel Lodigiano, altre ondate sono già state assorbite in questi mesi dalle province finora deficitarie.

Ben oltre il vertice del distretto di mercoledì sera, l’emergenza profughi dunque resta anche nella Bassa un tema apertissimo, da continuare ad affrontare in dialogo fra le istituzioni.

Sara Gambarini

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