In crescita il disagio sociale:

«Molti hanno perso il lavoro»

Casale All’indomani del tragico fatto del giovane morto per via del gelo e della solitudine, torna di attualità il dramma della povertà, del disagio sociale che anche a Casalpusterlengo in questi anni sta crescendo.

Le famiglie in difficoltà a Casalpusterlengo negli ultimi due anni sono raddoppiate, una mappa del disagio che si fa di giorno in giorno più articolata e mette a dura prova gli operatori impegnati a dar loro una mano. Da qualsiasi osservatorio la si guardi, la situazione appare “pesante”, come spiega la responsabile del Centro d’ascolto della Caritas Mariagrazia Madonnini. «Dal 2009 il quadro - spiega - è andato peggiorando. Molte persone hanno perso il lavoro e se prima riuscivamo ad aiutarle facendo incontrare le famiglie in cerca di una collaboratrice domestica o di una badante con gli stranieri, adesso anche quelle richieste sono drasticamente calate». Succede che in molti non ce la facciano più a pagare le utenze di luce e gas, e quando si presentano alla Caritas è una corsa contro il tempo per evitare che vengano interrotte. Un fenomeno fino a qualche tempo fa impensabile è poi quello dei malati che non hanno più i mezzi per curarsi: «Da quest’anno stiamo seguendo persone più o meno giovani che devono fare delle analisi mediche anche molto complesse e non ce la fanno a pagare i ticket diventati costosissimi - sottolinea la volontaria -. Li indirizziamo all’Asl per avere l’esenzione ma non tutti l’ottengono perché risultano impiegati presso cooperative che di fatto non li fanno lavorare e però ciò basta a escluderli dall’esenzione». Così ogni giorno è una processione di poveri che ricorrono agli «sportelli» d’aiuto attivi in città. «La maggior parte sono extracomunitari, egiziani, marocchini, qualche albanese e tunisino - riferisce Loredana Rossetti del gruppo San Vincenzo -, ma a questi aggiungono sempre più italiani. Parliamo di quattrocento persone, all’incirca duecento famiglie, c’è chi passa da noi una volta alla settimana e chi una volta al mese». Ricevono borse di pasta, zucchero, scatolame, ma anche buoni per l’acquisto di verdura e carne al supermercato. «Fortunatamente la sensibilità della gente è ancora in grado di fare la differenza - aggiunge - attraverso le offerte la parrocchia ha istituito l’anno scorso “Famiglie in rete”, che interviene a sostenere le famiglie disagiate in situazioni d’emergenza». Come nel caso dell’impossibilità ad acquistare i farmaci, il che pone il problema della malattia di nuovo al centro. «Ogni sabato arrivano da noi una ventina di famiglie e diamo loro alimenti o se capita il materasso per i figli piccoli, un tavolo, il televisore. In convento vi è poi sempre la possibilità di un pasto caldo. Cerchiamo insomma di rispondere a ogni esigenza mettendo a disposizione quel che abbiamo» riferisce padre Mariano Brignoli, religioso dei Cappuccini.

La. G.

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