Il Parco tecnologico, difficile sfida

In relazione ai recenti articoli di stampa riguardanti il Parco Tecnologico e le connesse polemiche scaturite dalle dimissioni del prof. Salamini, mi permetto, in qualità di Presidente della Fondazione Parco Tecnologico Padano, di sottolineare alcuni elementi di confronto emersi durante i tre intensi mesi di presidenza di questo ente.La mia attività si è concentrata soprattutto sull’obiettivo di sviluppare un piano operativo industriale, condiviso con gli altri membri del consiglio di amministrazione e il più possibile aderente alla realtà dei fatti, in particolare al contesto economico nel quale ci troviamo, e che potesse esprimere al massimo le potenzialità evidenti di questa struttura che deve essere un fiore all’occhiello non solo del nostro territorio ma dell’intera Regione Lombardia. Il piano industriale è stato sviluppato con il contributo fondamentale della struttura interna, composta da manager giovani e preparati, con voglia e capacitá di mettersi in discussione su obiettivi sempre più ambiziosi, raccogliendo la difficile sfida che è stata lanciata dai soci, da Regione Lombardia e dal mercato. Autosostenibilitá economica, ottimizzazione dei costi, nuovi servizi sono le linee guida del piano concordato negli obiettivi di massima con l’ente regionale, e che deve ora essere presentato nei dettagli e finalizzato negli interventi. Gli enti del territorio si sono impegnati al massimo negli anni passati e sono emersi risultati ben visibili in termini di progetti portati, crescita della struttura, nuove imprese create, capacitá di valorizzazione del Lodigiano in contesti impensabili solo qualche anno fa. Progettualitá e capacitá: queste sono le parole chiave per uscire dalla crisi. Oggi viviamo in un mondo che non è lo stesso di quindici anni fa, che non è lo stesso di quando è stato progettato il Parco Tecnologico Padano. È necessario cogliere il cambiamento per non rimanere indietro, e anche in Lombardia le politiche regionali sulla ricerca e sull’innovazione possono supportare questo stesso cambiamento ed aiutarci nel trovare la strada giusta. Il Parco Tecnologico deve diventare un patrimonio di tutti, degli imprenditori del territorio, degli artigiani, degli studenti che ci sono e ci saranno anche grazie al completamento dell’universitá. Un luogo di eccellenza capace di dare lustro a tutto il nostro territorio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA