Il nuovo argine, a Lodi un orrendo muro di cemento

L’orizzonte “oscurato” da un muro in cemento. Sulle rive dell’Adda è spuntata una barriera alta un metro e mezzo. La parete va dal Capanno fino alla Martinetta. È il nuovo argine in sponda destra, che dovrà proteggere la città dalla furia del fiume. L’opera è davvero imponente e renderà quasi inaccessibile un pezzo di fiume. Da lontano diventa persino difficile notare i tradizionali scorci del paesaggio, coperti dalla difesa contro le piene.

Ieri le ruspe e gli operai erano al lavoro per completare il muro. Il progetto è dell’Aipo, Agenzia per il fiume Po, finanziato da Regione Lombardia per oltre 4 milioni di euro. «Il nostro obiettivo è terminare gli interventi entro settembre e ottobre. L’argine verso Montanaso è costituito da un rilevato di terra, poi c’è un muro di contenimento, che dovrà essere rivestito di mattoni – spiegano da Aipo – e poi c’è tutta una parte dove verrà predisposto lo spazio per le paratie mobili». L’appalto è stato aggiudicato a una cordata d’imprese, la capofila è la ditta Colombo Severo di Borgo San Giovanni. Per rivedere un parte del tracciato, è stata approvata anche una variante: un allungamento di qualche centinaio di metri, per consentire di non tagliare un campo, e un arretramento della difesa spondale per evitare di invadere il boschetto dopo la Piarda.

Una misura che ha richiesto una sospensione lavori di alcuni mesi, che ha compreso anche il maltempo invernale. Ora il cantiere è ripreso a gran ritmo, almeno nella zona del Capanno. La barriera prevista sarà lunga due chilometri: partirà dalle spalle del ponte con un muro rivestito in mattoni, passando per la Piarda Ferrari e fino al cavo Roggione dove verrà fatto spazio alle paratie mobili, per proseguire con un nuovo rilevato arginale alternato a un muro di contenimento e infine con un altro tratto di rilevato arginale, sino all’innesto della provinciale per Montanaso. Per svolgere i lavori sono anche stati tagliati degli alberi, dal Capanno fino alla zona Martinetta. Le piante dovranno essere oggetto di interventi di compensazione ambientale, così come concordato con il Parco Adda Sud. Resta l’impatto visivo di un muro che in alcuni punti supera addirittura il metro e mezzo e copre parte delle rive. Per completare l’intervento mancano i rivestimenti in mattoni, ma il colpo d’occhio sull’Adda è drasticamente cambiato. Se ne sono accorte le “sentinelle” del fiume, i pescatori dilettanti che hanno già sollevato molte perplessità sui tempi del cantiere, che stanno impedendo a schiere di appassionati di ami e lenze di avvicinarsi a quelle sponde.

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