Il ministro Profumo e la matematica

Ora che il governo Berlusconi ha lasciato le redini alla squadra dei professori di Mario Monti; ora che al dicastero di Viale Trastevere è arrivato Francesco Profumo nuovo ministro tecnico, per anni Rettore del Politecnico di Torino; ora che sono in molti a riporre nuove speranze per una svolta anche nella scuola, che rimane dell’opera della Gelmini? Un ministro che nonostante la giovane età è riuscita in pochi anni a portare a termine importanti *preside dell’Istituto “Agostino Bassi” di Lodi riforme sia in ambito scolastico che in ambito universitario, tirandosi addosso una valanga di scongiuri e improperi, pesanti insulti e critiche offensive. Sono stati anni di attacchi che hanno toccato anche la sfera personale, anni di tensioni, di scomposte reazioni di piazza, ma anche di tagli alla scuola come prima non se ne erano mai registrati. Per taluni è stato un periodo di coraggio fatto di fermezza e decisione, per altri di insensibilità fatta di arroganza e presunzione. Il coraggio determinato dal problema affrontato, reso pesante dalla freddezza dello scontro maturato.

Ma sono stati anche anni in cui il calcolo ragioneristico ha forse prevalso sull’analisi sociale tanto urgente, quanto necessaria per gestire il cambiamento.

Abbiamo visto la Scuola cambiare sotto i nostri occhi; abbiamo visto l’Università costretta a rivedere costi e privilegi; abbiamo letto tanti documenti a sostegno di un dissenso che a volte è andato oltre le righe; abbiamo visto a quale livello di rischio sono arrivate le proteste di studenti, genitori, presidi e docenti. Ma ora tutto è alle spalle e si guarda avanti per meglio capire la nuova fase che si va preparando.

La tradizione, infatti, vuole che quando al palazzo della Minerva si insedia un nuovo ministro, ci sia sempre una qualche novità che vada a rivedere o ritoccare norme già emanate. Ma questa volta per gli attendisti l’attesa potrebbe andare delusa.

A chi chiedeva di fermare le riforme appena avviate, il neo ministro Profumo ha ribadito che «la riforma Gelmini non si cambia, bisogna solo oliare il sistema. Perché la scuola italiana ha bisogno di stabilità».

E’ la fine del principio che ha sempre accompagnato il frutto proibito dell’alternanza al potere negli ultimi quindici anni: il famigerato «vae victis», tanto caro a Brenno quanto indigesto alla civitas romana. Con questo governo e con questo ministro evidentemente non ci sono né vincitori, né vinti. Questa volta è diverso.

Questa volta dobbiamo avvicinarci al potere con più attenzione e deferenza. E’ il governo dei professori. Questo vale anche quando, ed è notizia di questi giorni, un nuovo orientamento viene illustrato dal ministro Profumo a proposito dell’aumento delle ore di Matematica nella scuola. Un numero di ore tagliate senza tanti complimenti dalla Gelmini.

Con il ministro Profumo si torna a parlare di aumento delle ore di Matematica anche negli Istituti Tecnici, una materia ritenuta propedeutica alla complessiva preparazione culturale dello studente, il che fa pensare in una nuova impostazione della didattica. Una didattica che, se opportunamente impostata, dovrebbe andare oltre il dato numerico per arrivare all’affermazione di una cultura di più ampio respiro.

E in effetti a ben ragionare la Matematica non è solo un fattore di numeri, ma spesso assume anche una dimensione socio-culturale di notevole spessore.

Fu così per gli antichi filosofi ed è così anche oggi per i nuovi sapienti dell’era tecnologica. Numerosi esempi possono aiutare chiunque a superare il dato applicativo per avvicinarsi con un diverso stato d’animo al dato interpretativo.

Si scopre, così, che grazie alla Matematica una nuova visione culturale può aiutare i ragazzi a meglio capire il contenuto presente nei diversi campi del sapere. I tanti esempi di oggi trovano fondamento nella cultura del passato. Grandi filosofi sono anche grandi matematici.

Il rapporto tra Matematica e Filosofia è antico quanto l’uomo.

Sono molti i filosofi che hanno dato alla Matematica un valore propedeutico alla Filosofia. «Qui non entri chi no sa di Geometria» fece scrivere Platone all’ingresso della sua Accademia. Pitagora matematico, che per primo si definì filosofo, ovvero «amante della sapienza», ha associato la dimensione della realtà dei numeri a quella del pensiero senza escludere qualità terapeutiche. Ma la Matematica è anche gioco e creatività. Rispondono a queste caratteristiche i famosi quadrati magici che allenano il pensiero dell’uomo a non «dare solo numeri». Si ha anche testimonianza di quadrati magici con funzioni protettive e difensive scolpiti sull’uscio delle porte per difendere gli abitanti della casa da disavventure e malattie.

Altrettanto interessante il connubio tra la Matematica e la Medicina con applicazioni nei processi dell’immunoterapia dove grazie a un’equazione è possibile trovare il giusto fattore utile a equilibrare correttamente la somministrazione di un vaccino. Stessa cosa si può dire anche in campo enologico. Cosa c’entra il vino con la Matematica? C’entra eccome. Vino e Matematica pare aver recentemente trovato un rapporto di simbiosi del tutto rispettabile. A dirlo non è il solito filosofo greco attaccato alla coppa nei tanti Simposi, ma un gruppo di ricercatori del Politecnico di Losanna che hanno dimostrato scientificamente quanto importante sia, far roteare nel modo giusto il vino nel bicchiere per aumentare la potenza del gusto. E’ come dire che la forza centrifuga impressa al bicchiere ben stretto tra le mani, dà al fattore della roteazione l’aiuto richiesto per non disperdere la qualità del nettare degli dei. Roba da intenditori? Può darsi. Fatto sta che il segreto, però, sta in un’equazione matematica. Che dire, infine, dell’aiuto dato dalla Matematica a Imre Lakatos, filosofo ungherese che, imprigionato, riuscì a salvarsi, mantenendo «la sua integrità mentale raccontandosi una barzelletta al giorno e ricostruendo una a una tutte le dimostrazioni matematiche che conosceva». Eppure nonostante ciò si registra una drammatica carenza di docenti di Matematica. Intanto un nuovo import-export compare all’orizzonte. L’importazione di insegnanti di Matematica, Fisica e Chimica bilanciata dall’esportazione di insegnanti di Lettere, Lingue e Filosofia. Potenza del mercato culturale.

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