Il Guerini “rottamatore” spaventa il Pd

«Non si torna all’Ulivo», ma i bersaniani non ci stanno

Adesso che Guerini si schiera a fianco dei “rottamatori” di Matteo Renzi, si agitano le acque del Pd lodigiano, popolato da sempre da bersaniani doc. Il sindaco di Lodi nel week end ha partecipato alla tanto discussa convention Big bang, organizzata dal collega fiorentino per lanciare i nuovi punti del partito, tra cui il motto “facce nuove e via i reduci”. Uno show che si è trasformato in un vero e proprio botta e risposta con il segretario nazionale Bersani, a Napoli per incontrare i giovani del Sud. La strada tracciata da Guerini è piuttosto chiara: proposte concrete per il Governo, vocazione maggioritaria per il Pd e niente più Ulivo nel futuro del centrosinistra. Difficile che qualcuno nel Lodigiano contraddica apertamente l’uomo di punta del partito, data anche la sua caratura politica e l’innegabile peso nelle decisioni interne del Pd. Eppure qualche mal di pancia è destinato a emergere, soprattutto tra le fila degli ex Ds.

«Questa discussione dimostra che il nostro è un partito vivo - afferma il segretario provinciale Mauro Soldati, un ex Ds -, di sicuro ci sono questioni importanti che riguardano gli aspetti interni ma che si decidono attraverso i congressi. Al di là delle formule bisogna concentrarsi sui problemi reali, come il lavoro». Rottamando i dinosauri? «Alla riunione dei segretari provinciali di tutta Italia - puntualizza Soldati -, non ho trovato molta gente più grandi di me. Non è solo una questione di età, c’è la necessità di una sintesi sui temi reali». Con o senza Ulivo, resta da vedere. «Non si esce dal “dopo Berlusconi” facendo finta di niente, c’è bisogno di un’alleanza alta su valori costituenti». L’assessore Simone Uggetti è stato il punto di riferimento della mozione Bersani al momento del congresso. Dal suo punto di vista questo è un momento drammatico per il Paese, per questo tutti i contributi sono ben accetti. Ma solo se mettono al centro i contenuti: «Abbiamo bisogno di tante persone che abbiano a cuore l’Italia - sostiene -, se c’è un dibattito politico sulle questioni reali, come la green economy o le opportunità per i giovani, allora mi interessa, se si fanno largo i personalismi, allora no. Penso che dobbiamo allearci prima di tutto con i cittadini su un progetto chiaro, gli alleati devono essere cercati in base a questo progetto, non si chiudono le porte a nessuno».

Tra i “gueriniani” che considerano interessante il messaggio di Renzi c’è l’assessore Enrico Brunetti, favorevole alla vocazione maggioritaria del Pd: «Questa è l’opportunità di riflettere su come vogliamo costruire il partito, basando il ragionamento sulle idee e non sulle alleanze, finalmente una prospettiva non più legata a un’idea del partito del ‘900 ma nuova». Il consigliere regionale Fabrizio Santantonio puntualizza che non si schiera nè con il rottamatore nè con Bersani. Se non fosse stato bloccato da un’influenza, avrebbe partecipato alla convention: «Ci sono alcuni cose che mi trovano d’accordo con Renzi - spiega -, ciò che di peggio ci ha lasciato il berlusconismo è la volgarità. Sono convinto che ciò che abbiamo perso in questi anni sarà la molla che ci porterà alle prossime conquiste. Renzi estremizza alcuni concetti, poi si deve fare i conti con i fatti, ci deve essere una gerarchia interna. Non possiamo ripresentarci alle prossime elezioni con lo stesso schema di gioco senza sapere poi cosa fare, il tenere insieme tutti non deve andare a discapito delle azioni».

Greta Boni

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