Il gioiello architettonico di Lodi dopo il recupero diventa teatro di bivacchi

Villa Bianchi era già stata vandalizzata prima della ristrutturazione , ora nonostante le telecamere è di nuovo a rischio

Hanno divelto la chiusura posticcia del garage e hanno bivaccato all’interno. Villa Bianchi, l’immobile razionalista di viale Milano, nel mirino dei vandali prima della ristrutturazione, è stata teatro in questi giorni, di bivacchi.

La casa, progettata nel 1933 dall’ingegner Pietro Grignani, allievo dell’architetto Giovanni Muzio, è stata oggetto di ristrutturazioni. «La casa è dotata di telecamere - spiega il proprietario, l’avvocato Giuseppe Cornalba -, abbiamo allertato il fabbro perché chiudesse in modo più strutturato il garage, poi faremo mettere la pavimentazione. Lo steccato, intorno alla villa è assente, devo mettermi d’accordo con il Comune per definire l’altezza della recinzione. La casa deve essere visibile dalla strada». Lunedì, i passanti hanno notato degli estranei sulla terrazza della villa. Resti di un bivacco, invece, con cartoni e braci sono stati lasciati all’interno del box. «Prenderò delle misure - dice l’avvocato -, non posso lasciare che diventi un dormitorio». La villa è stata restaurata, a dirigere i lavori è stato il lodigiano Paolo Moroni. Nel territorio Grignani ha realizzato anche la scuola Santa Francesca Cabrini (1949/51) e la sede della Croce rossa (1977).

Villa Bianchi, però, rimane la realizzazione più importante dell’ingegnere di Lodi. È in quest’edificio, avvolto da un giardino che Grignani ha messo in campo la sua libertà creativa. Nel luglio 2009, la Forum srl diede l’incarico, come legale della società, all’avvocato Cornalba, azionista di maggioranza, di acquistare il terreno sul quale insiste la villa. I proprietari della residenza, cioè gli eredi, erano 69. Il vecchio progetto di Palavezzati prevedeva la costruzione di una palazzina di 4 piani nel giardino di fianco alla villa e dei garage sotterranei. Di quel progetto del 2012 però non si è fatto più nulla. La direzione dei lavori ora è cambiata. «Nel restauro -ricorda l’avvocato Cornalba - abbiamo seguito un criterio filologico». All’interno, regina dell’abitazione è la scala che, restaurata, è tornata a mettere in mostra le sue linee essenziali e la sinuosità delle forme.

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