Il corpo ritrovato nell’Adda: «Quei tatuaggi potrebbero essere di Antonella»

Il riconoscimento ufficiale dovrebbe arrivare tra lunedì e martedì

Il riconoscimento ufficiale potrebbe arrivare tra oggi e domani, ma sul corpo della donna ritrovata senza vita nel fiume Adda nel tardo pomeriggio di venerdì scorso a Pizzighettone c’erano alcuni tatuaggi simili a quelli che aveva Antonella Sofia, l’operatrice socio sanitaria di 40 anni in servizio al pronto soccorso di Lodi di cui si erano perse le tracce dopo che si era allontanata da casa, in zona Laghi a Lodi, attorno alle 21.30 di sabato 18 settembre. Stamane i parenti si recheranno in questura, mentre spetta alla Procura di Cremona fissare l’autopsia per stabilire le cause del decesso.

Fin dalle prime ore polizia e vigili del fuoco, impegnati nelle ricerche anche con elicotteri e unità cinofile arrivati da altre regioni, prendevano in considerazione l’ipotesi di un suicidio, e il ritrovamento di abiti - poi però non riconosciuti dai parenti - e di occhiali nei pressi del ponte nuovo sembravano andare in questa direzione, assieme a un messaggio telefonico mandato all’ex fidanzato (“Questa volta spengo il telefono per sempre”) e ad altri elementi.

Il giovedì prima di sparire non si era presentata al lavoro, avvertendo l’ospedale Maggiore che non si sentiva poco bene e preannunciando che avrebbe fatto arrivare il certificato di malattia.

In famiglia non riescono però a spiegarsi perché Antonella possa aver fatto un passo così estremo: «Era molto introversa, non era facile che si confidasse - spiega la sorella Gabriella - forse qualche idea su cosa possa averla particolarmente provata l’abbiamo, ma sono fatti personali e purtroppo abbiamo sentito dire tante cose campate per aria. Sul lavoro a quanto mi risulta non c’era nessun tipo di problema».

A indicare che Antonella Sofia la sera in cui è scomparsa si era incamminata verso il fiume Adda sarebbe stata una persona che l’aveva riconosciuta e che ovviamente ha pensato che stesse andando a passeggiare. Lunedì i parenti, non riuscendo a contattarla, avevano allertato i vigili del fuoco, pensando che la 40enne potesse essersi sentita male in casa. Invece nell’abitazione, regolarmente chiusa, c’erano tutti gli oggetti personali di Antonella, ma di lei nessuna traccia.

L’esame sul cadavere verrà eseguito per escludere eventuali segni di violenza e il Pm cremonese deciderà se far effettuare anche un raffronto con il Dna dei familiari per l’identificazione o se sarà sufficiente il riconoscimento dei resti.

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