I ministri? Per ora tutti zitti

La necessità di agire in fretta e bene è probabilmente fra le cause della scelta del premier Mario Monti e dei suoi ministri di non apparire troppo sui giornali e in televisione. Il tempo è merce preziosa ora più che mai per il nuovo governo, impegnato a varare al più presto una serie di manovre di bilancio e di correzioni in corsa che dovrebbero alleggerire la pesante situazione economica dell’Italia, permettendo al Paese di uscire dall’emergenza anche agli occhi dei capi di governo europei.Fin dalle prime ore dopo l’insediamento, è apparsa chiara la strategia mediatica di conserva e più di un ministro ha fatto capire ai giornalisti che la musica è cambiata rispetto alle usanze soltanto di qualche settimana fa, quando le esternazioni dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dei membri della sua squadra erano pane quotidiano. L’era Monti si è aperta sotto il segno contrario: all’alto profilo tecnico delle persone chiamate a dirigere i vari ministeri fa riscontro un basso profilo mediatico che vuol essere ulteriore segno di serietà e di dedizione alla causa.Anche i giornali e le televisioni devono fare di necessità virtù e per poter riportare le dichiarazioni dei membri dell’Esecutivo si “accontentano” delle occasioni ufficiali in cui qualcuno di loro ha occasione di parlare. Il che non impedisce di proporre, come è già successo, qualche interessante intervista a tu per tu, ma è tutta la parte relativa alle dichiarazioni rubate al volo o ai retroscena a essersi ridotta molto (senza che, peraltro, se ne senta la mancanza…) rispetto a prima.Con il passare dei giorni, c’è da aspettarsi una progressiva apertura dei titolari dei diversi dicasteri verso i media, soprattutto man mano che diventerà non soltanto opportuno ma anche necessario spiegare agli italiani il dettaglio dei provvedimenti al varo. Qualcuno ha cominciato a portarsi avanti a modo suo; è il caso, per esempio, del neoministro degli Esteri, Giulio Terzi, che ha deciso di utilizzare Twitter per far conoscere le sue posizioni “anche al di là dei comunicati ufficiali”. È il primo membro del nuovo governo ad avere un account Twitter ufficiale e istituzionale, chissà se qualche suo collega deciderà di seguirne l’esempio.Nel frattempo, il governo Monti lavora anche per ridare credibilità all’immagine dell’Italia, prestando molta attenzione a non uscire dal protocollo nelle occasioni ufficiali e a non lasciarsi andare in alcun modo a gesti, comportamenti o esternazioni che troppe volte in passato, da parte di qualcun altro, hanno contribuito a mettere in cattiva luce l’Italia oltre ai dati legati alla situazione economica e finanziaria.A dare indiretta conferma dell’impatto mediatico poco dirompente di Monti e dei suoi colleghi è anche la mancanza di idee e spunti da parte dei comici e degli intrattenitori. Lo ha spiegato il re degli showman contemporanei, Fiorello, fin dalla prima puntata del suo nuovo spettacolo su Rai1: “Il nuovo premier italiano è alto 1,75, ha un sacco di capelli e ha la stessa moglie da quarant’anni, che satira potremmo fare su di lui?”.Chi ha voluto trovare a tutti i costi un elemento di parodia ha fatto come Maurizio Crozza, che ha rivisitato la figura del nuovo Presidente del Consiglio prendendo spunto dal suo aplomb asettico e privo di folklore per dare vita a un “Monti-robot” che parla con voce metallica come se per esprimersi utilizzasse un sintetizzatore vocale.

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