I dipendenti Maimeri in sciopero

(25 settembre) Otto ore di sciopero davanti alla Maimeri di Mediglia. C’è da scommettere che non saranno le uniche da qui ad ottobre per lo storico colorificio del Bettolino Vecchio, a pochi metri dalla Paullese. L’8 ottobre si esaurisce la cassa integrazione e si arriverà ad un bivio. O la Maimeri entra in joint venture con una società finanziaria, oppure lo farà con un marchio industriale del settore. Secondo voci di corridoio (non ufficializzate dalla proprietà), la Giotto-Fila.

Da sola comunque non sembra avere un futuro, e quindi per una parte dei circa 90 dipendenti si profila l’esubero. Si tratta di capire di che entità: 20-25 è il dato basso, fra i 40 e i 50 quello alto. Oltre queste cifre che fanno paura si intravede una prospettiva ieri appena sussurrata: la cessazione totale dell’attività al Bettolino, per fare posto a qualcosa di differente, forse una lottizzazione residenziale data la golosa posizione urbanistica. Comunque, la situazione è in evoluzione giorno per giorno. Ieri, al termine di una mattinata nella quale ci sono stati ben due faccia a faccia fra la proprietà, i sindacati e gli amministratori comunali, l’attuale dirigente Gianni Maimeri, discendente dell’omonimo Gianni (1884/1951) che assieme al fratello Carlo pose le basi dell’attività nel lontanissimo 1925, ha parlato di persona ai dipendenti in agitazione.

Maimeri ha esortato a interrompere lo sciopero e presentare l’immagine di un’azienda compatta, onde non ostacolare le trattative in corso per l’acquisizione di uno o più rami produttivi da parte di altre società. La dura verità è che però, in ogni caso, un impatto di tagli sul personale ci sarà. I lavoratori della Maimeri sono quasi tutti sopra i 35 anni ma lontani dalla pensione. Abitano quasi tutti nel Sudmilano e Cremasco, molti a Mediglia e Pantigliate. Paolo Bianchi, sindaco di Mediglia, e Lidia Rozzoni di Pantigliate ieri alle 10 hanno raggiunto il presidio. Con loro Gianni Fabbiano, assessore alle opere pubbliche a Mediglia e il consigliere provinciale Massimo Gatti.

Da due anni in Maimeri c’è la cassa integrazione a rotazione «ma pochissimi hanno lasciato spontaneamente il lavoro, sia per l’alta specializzazione di questo comparto chimico sia per il brevissimo percorso da casa», spiegano loro stessi. «Quello Maimeri è un prodotto di qualità e di prezzo non discount, quindi con la recessione soffre in parte nel segmento medio - aggiungono i sindacalisti Marco Napoli e Antonio Taurisano (Femca Cisl), Bruno Ruffinoni e Marina Vaccarenti (Cgil Filctem) con Alberto Mandruzzato e Laura Capponi (Uiltec) - ma non soffre nella nicchia destinata alle belle arti, addirittura ai restauri conservativi. La verità è che in due anni di cassa integrazione non si è vista l’ombra di un piano industriale di rilancio». L’associazione Società e Ambiente di Pantigliate ha espresso rammarico invece per la scarsa solidarietà civica alla lotta sindacale: «Abbiamo chiesto ai pantigliatesi e medigliesi di difendere il loro marchio di industria d’arte - annota Claudio Veneziano - ma qui attorno vediamo solo lavoratori».

(24 settembre) L’infinita stagione della deindustrializzazione italiana si abbatte anche sulla Maimeri di Mediglia, in frazione Bettolino Vecchio a due passi dalla Paullese. Su 84 dipendenti complessivi (80 fra settore produzione e area commerciale; 4 dirigenti) rischiano di perdere il lavoro un minimo di 25 e un massimo di cinquanta. Quasi tutti residenti fra Mediglia, Pantigliate e l’area paullese, qualcuno del cremasco. Età media attorno ai quaranta, spesso lavoratori Maimeri da vent’anni e più. Lo storico colorificio industriale fondato dal pittore novecentesco Gianni Maimeri,tuttora a conduzione familiare nelle figure degli eredi, proviene da due anni in cui è stata largamente usata la cassa integrazione. Il 9 ottobre la cassa ordinaria sarà esaurita e si prospettano, secondo i lavoratori e i sindacati provinciali ed interni, due possibilità: o la fusione col gruppo Fila-Giotto, colosso del pastello & affini, oppure l’innesto di una società finanziaria, ipotesi quest’ultima ritenuta la peggiore, con una stima di esuberi attorno ai 50, e una prospettiva non così remota di dismissione totale del sito Maimeri. «Vogliono farci case anche qui», annotavano stamattina in molti fuori dal cancello. Intanto è stata proclamata una giornata di sciopero totale, sostenuto da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec, assieme alla rsu. Verso le 10 sono arrivati Paolo Bianchi, sindaco di Mediglia assieme all’assessore Gianni Fabbiano e a Lidia Rozzoni, sindaco di Pantigliate. Con loro il consigliere provinciale Massimo Gatti. Amministratori locali e sindacalisti sono saliti due volte nella sola mattinata di oggi a colloquio con la dirigenza Maimeri.

Otto ore di sciopero davanti alla Maimeri di Mediglia. C’è da scommettere che non saranno le uniche da qui ad ottobre per lo storico colorificio del Bettolino Vecchio, a pochi metri dalla Paullese...

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