«Ho tolto il tatuaggio per entrare in polizia, invece mi hanno punita»

L’ex agente della stradale di Guardamiglio Arianna Virgolino racconta la sua estromissione. Era stata anche premiata per aver sedato una rissa a Casale

Cristina Vercellone

«Sono stata io a mostrare la cicatrice del tatuaggio sul polso. Per essere onesta. Pensavo fosse un elemento virtuoso, invece mi hanno mandata fuori dalla polizia». Arianna Virgolino, 31 anni, ormai ex agente della stradale di Guardamiglio, premiata addirittura per aver sedato una rissa a Casale, nonostante fosse in borghese e a mani nude, si racconta dopo la notizia dell’estromissione dalla polizia a causa di quel tatuaggio sul polso. Un tatuaggio, dal valore affettivo, un cuore sormontato da una piccola corona. Il regalo di un parente per il suo 18esimo compleanno. Anche l’autore del regalo ne aveva fatto uno, identico. «Nonostante il valore che aveva, per entrare nella polizia, non avevo esitato a cancellarlo velocemente - dice -. Avevo accettato le terapie più invasive per rimuoverlo: mi sono sottoposta a 9 dolorose sedute di trattamento laser».

La sua storia ha fatto il giro del web. «Al tempo delle visite - racconta - mi era rimasta solo una minuscola cicatrice che adesso non c’è nemmeno più. Quando ho partecipato al concorso eravamo 89mila candidati. Era il primo concorso dopo 23 anni di assenza. Ho risposto in modo esatto a 79 riposte su 80». Nonostante fosse mamma e responsabile di alcuni punti di ristoro sul lago di Garda, aveva studiato la notte per passare il concorso e lasciato il lavoro a tempo indeterminato. «Era stata dura, ma il mio impegno era stato ripagato, visto che ero finita così in alto nella graduatoria». La felicità, però, è durata poco. «Ho deciso io di dichiarare, in sede concorsuale, che avevo rimosso un tatuaggio. Poteva sembrare una bruciatura da forno. Sono stata punita per essere stata sincera». Dopo aver passato il concorso e l’addestramento era stata assegnata alla Stradale di Guardamiglio l’8 luglio 2019. «Ho lavorato 4 mesi, perché poi sono stata dichiarata non idonea - dice -. Due ore dopo la cerimonia di premiazione per aver sedato la rissa, a metà ottobre 2019, ho dovuto restituire la pistola e la divisa. Alcuni ricorsisti non hanno avuto problemi, non capisco perché, invece, per me, Valeria Di Nardo, Sara Alberti e Claudio Benasio le cose siano andate diversamente. La mia squadra di Guardamiglio mi ha sostenuta tanto. Adesso vorrei solo che qualcuno si mettesse la mano sul cuore». La stessa cosa la auspica il sindaco di Casale Elia Delmiglio: «È una vicenda assurda - dice -, la speranza è che l’amministrazione della polizia torni sui suoi passi».

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