GUERRA IN UCRAINA Da 20 anni missionario lodigiano a Leopoli, il prete che accoglie i profughi

Don Egidio Montanari, di Borghetto Lodigiano, ha scelto di restare vicino alla sua gente

In missione a Leopoli, da 20 anni, don Egidio Montanari, “Borghettino d’oro”, si sta dando da fare per accogliere i profughi in arrivo dalle città limitrofe sotto le bombe. L’ambasciata ha chiesto agli italiani se vogliono rientrare. Anche don Montanari ha ricevuto l’invito, ma lui ha detto no. Preferisce restare lì, vicino alla sua gente, nella sua comunità. Sta progettando anche una chiesa. «Non ci sembra il caso - dice - lasciare la gente qua in difficoltà. Sono a Leopoli da 20 anni, quasi 21, in missione. I miei famigliari, a Borghetto, sono preoccupati, ma abbiamo una grande parrocchia qua a Leopoli». Il sacerdote abita nel quartiere a nord, in mezzo ai palazzoni costruiti in epoca sovietica. È una parrocchia di 3mila abitanti. «Abbiamo diverse attività - spiega -, una per i giovani e i bambini, un grande oratorio, che è una realtà nuova per l’Ucraina. Siamo gli unici; poi nella nostra casa ospitiamo 8 persone con disabilità mentale; diamo lavoro ad altre 5 e poi aiutiamo circa 300 persone in povertà, con la distribuzione di cibo e vestiti. Abbiamo aperto una realtà anche a Kiev, un’altra a Leopoli e una in Italia». La situazione, anche se Leopoli non è stata bombardata, è molto dura. «È di grande incertezza - dice - sabato è stato un giorno molto difficile. Suonavano le sirene in continuazione, sono stati lanciati dei missili. I nostri disabili poi facevano fatica a stare nascosti in cantina, al buio. Oggi è un giorno tranquillo, ma è una tranquillità che sembra aprire ad altro»

. Tutta la gente, ammette il sacerdote «è pronta a replicare all’attacco. La gente è in fila, presso la sede del quartiere, pronta a combattere. Molta gente è armata, se arriva un attacco bisogna respingerlo. Si vede questa grande forza del popolo ucraino che vuole difendere la sua terra con i denti. Qua non c’è tempo di manifestare per la pace, ci dobbiamo difendere. Non si può andare in strada, nel giro di 10 minuti ti può arrivare un missile sulla testa. Alla mattina c’è il coprifuoco. Il pericolo di esser attaccati c’è». Così l’impegno della comunità orianina è di «accogliere i profughi. Abbiamo già 3 famiglie da noi - dice il missionario -, possiamo arrivare fino a 30 profughi. Abbiamo fatto sfollare in Romania le persone con disabilità che non ce la facevano. Domani arriveranno in Italia. Abbiamo trovato una piccola frontiera, un passaggio tra l’Ucraina e la Romania. Nelle altre frontiere c’erano file di profughi lunghe 30 chilometri. I nostri disabili non potevano permettersi di stare in macchina 4 ore di fila». Don Egidio è in contatto con la sua Borghetto: «Ho sentito don Andrea e don Fiorenzo, insieme a mio fratello e agli altri parenti, hanno acceso un cero per noi. Qua non abbiamo bisogno di nulla, la parrocchia ci sostiene». Per quanto riguarda il futuro del conflitto don Montanari è pessimista: «Ci sono questi incontri sul confine tra Ucraina e Bielorussia - dice -, ma i russi metteranno condizioni tali che la trattativa sarà difficile. Non si può trattare con le bombe nucleari sulla testa. Abbiamo a che fare con una persona che non è normale».

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