GUARDAMIGLIO - LA STORIA - Morti nel Trebbia, le loro canzoni in 3 Cd

I genitori di Costantino, della fidanzata e dei due amici fanno rivivere il sogno musicale dei figli

«Scusi ma ho appena sentito la canzone di mio figlio e non ce la faccio…». Papà Francesco proprio non la capiva la musica del figlio “Costi” e glielo chiedeva, a lui e agli amici Domenico e William le volte che capitava di averli per cena: «Che razza di opera state facendo?» domandava. «Mi spiegavano che era arte da strada», ripeteva ieri Francesco Merli, responsabile del gruppo di protezione civile di Guardamiglio e papà adottivo di Costantino, il 22enne ucraino deceduto la notte tra il 10 e l’11 gennaio scorso insieme alla fidanzata Elisa Bricchi e agli amici Domenico Di Canio e William Pagani. Quella notte avevano festeggiato i 23 anni di Wollas, pseudonimo di William, la nebbia era un muro che non si vedeva a 5 metri, forse meno. E la Volkswagen Golf con a bordo i quattro ragazzi era precipitata da una piccola scarpata e finita ribaltata nel Trebbia a Calendasco. Buio. C’è anche in “A te”, il brano scritto da Costantino per Elisa e ora trasmesso su Radio Sound. “… e ci sta mancarsi, dividersi per poco per tornare su quei passi/accesi i nostri sguardi/da solo sono vuoto ma con te sono tranqu i”. Nella canzone Costantino dichiara alla ragazza tutto il suo amore. E le parole che in altri brani sono difficili da capire, nel ritmo concitato della trap, qui sono chiare. Il suo amore lo voleva gridare chiaro. Costantino ed Elisa si amavano, si erano scambiati le fedine come si fa da adolescenti al liceo. Loro di anni ne hanno 22 e 20 ma il sentimento che provavano era “un fuoco in riva al fiume a non guardare le lancette”. Così scrive Milions, nome d’arte di Costantino-trapper. Eppure i versi descrivono anche “il fiato che manca…e il freddo che avanza”. «Parla di fiumi, buio, aria che manca… e loro sono morti così» riflette la madre Sabrina, che insieme al marito Francesco Merli e ai genitori della fidanzata e degli amici del figlio, hanno fatto sì che il loro lavoro, la loro musica possa essere ascoltata. Una settimana dopo i funerali dei loro figli, il padre di William ha trovato la forza di riaprire il pc del ragazzo, quello su cui salvava i brani registrati con “Il Dome” (Domenico) e “Milions” (Costantino). Che dovevano pubblicarle, estrarle dal buio è stato per tutti immediato, un moto del cuore. Così si sono divisi i brani, un po’ ciascuno. E hanno iniziato a trascrivere i testi per poter essere registrati alla Siae. Il risultato è il cofanetto con 35 tracce in parte scritte e cantate da Milions e le altre da Dome, tutte con le basi musicali di Wollas, che uscirà a giugno con il quotidiano «Libertà» di Piacenza. Per arrivare qui, alla voce del figlio in onda mentre è in macchina, Francesco e la moglie Sabrina, i genitori di Elisa e degli altri ragazzi, hanno ascoltato e riascoltato le loro tracce infinite volte. Decifrando pezzi al primo ascolto ostici. È il trap. Quello che papà Francesco ha imparato a conoscere. Ad amare. «Non mi piaceva, non ci trovavo niente di bello né di sensato, niente di “melodico” – ammette -. Eppure loro andavano avanti, e invece erano ascoltati e ben voluti dai ragazzi». Per Costantino e i “fratelli”, perché è così che si chiamavano, scrivere e mettere i loro pensieri in musica era più di un passatempo. «Io ero un po’ più vicina alle sue canzoni, già da anni portandolo a scuola in macchina me le faceva ascoltare e mi piaceva capire cosa ascoltava» gli fa eco mamma Sabrina. Trascrivere alcuni passaggi dei testi, riascoltarli adesso però resta doloroso. «Molte canzoni sono dure e a noi lasciano la ferita nel cuore» prosegue la madre. Portano i segni dell’infanzia di “Costi” a Kiev, i suoi genitori adottivi ne sono certi. Costantino oltre che trapper era un ottimo disegnatore. Si era diplomato al liceo artistico e di disegnare non aveva mai smesso. È sua l’immagine di copertina del cofanetto in uscita. «Forse questa passione se l’era portata dietro dalla sua situazione a Kiev, in quegli stanzoni non potevano far altro che disegnare». E tracciando mondi sulla carta Costantino “evadeva”, viaggiava lontano. «Con Elisa aveva trovato il senso della sua vita» sospira mamma Sabrina. Elisa, che per Costi si distingueva “tra mille volti spenti come quei palazzi grigi”.

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