Giovani chiusi in casa, paura e lezioni a distanza, parlano gli esperti: «Tanti giovani con problemi»

Gli specialisti riscontrano anche un aumento dei disordini alimentari

«Nel corso di questa pandemia sono aumentati i problemi di disturbi alimentari legati agli adolescenti. Oltre a questo, ci sono stati casi di riacutizzazioni di disturbi preesistenti, che avevano trovato un equilibrio. Ma anche casi di esordio di disturbi come l’anoressia in età precoce, dai 12 anni in poi. Già prima della pandemia, avevamo assistito a una sensibile diminuzione dell’età di esordio di questi disturbi, ma adesso è più eclatante. I ragazzi già in cura hanno subito dei peggioramenti e questo anche perché aumenta il disagio, in un’età, come quella dell’adolescenza, in cui la ricerca dei simili è forte ed in questo momento non può essere vissuta», ha spiegato il primario del reparto di pediatria dell’ospedale Maggiore di Lodi Roberta Giacchero.

Cosa pensa di quest’aumento?

«Se diamo uno sguardo alla situazione italiana nel primo semestre del 2020 sono stati registrati più di 230mila nuovi casi di disturbi. Mentre nel 2019 erano 163.547. Sono aumentati in maniera importante i casi di disturbi alimentari anche nei ragazzi di sesso maschile, che in precedenza erano meno inclini delle coetanee»

Quali sono gli effetti riscontrati con maggiore frequenza?

«Tra gli effetti più diffusi del lockdown in età adolescenziale troviamo ansia, depressione, aumento di casi di autolesionismo».

Per quanto riguarda la fascia di età dei bambini in età scolare?

«Per quanto riguarda la fascia di età dai 6 ai 10 anni i segni di sofferenza sono disagio, ansia, ovviamente secondari a questo cambio di situazioni, allo stravolgimento della routine in senso negativo. Senso di paura che viene trasmesso dagli adulti, dalla televisione».

Cosa consiglierebbe ai genitori?

«Quello che consiglio ai genitori, qualora rilevassero questi disagi, è di rivolgersi subito ai pediatri di famiglia che li indirizzeranno verso specialisti, come i neuropsicologi infantili, che possano capire la sede del disturbo», ha detto ancora il primario Giacchero.

«Nel mio lavoro clinico quotidiano ho osservato un aumento di richieste da parte di genitori preoccupati per i loro figli con sintomi di forte ansia e paura. I bambini più piccoli presentano più di frequente difficoltà nel separarsi dai genitori ed aspetti regressivi, nel sonno o legati alle autonomie. Per i bimbi più grandi e gli adolescenti si osserva l’aumento di ansia, come quella legata alle malattie o alla morte. E non ultimo il vissuto d’isolamento e solitudine dei ragazzi, che li porta ad un aumento nell’uso dei device e giochi elettronici nel tentativo di colmare un vuoto relazionale enorme», dice Chiara Dallatomasina psicologa neuropsicologa, co-founder BeBicon, dal cuore di una delle prime zone rosse, quale è stata la città di Casalpusterlengo.

Lo scorso 15 marzo, in occasione della Giornata nazionale contro i disturbi dell’alimentazione, la dottoressa Paola Morosini, direttore dell’Uonpia – l’Unità operativa di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Asst di Lodi riferiva che «in questo momento difficile di pandemia le richieste per gli adolescenti e preadolescenti con questi disturbi stanno aumentando di numero e necessitano di risposte attente e multidisciplinari. La nostra unità, su invio dei pediatri e dei medici di medicina generale o su accesso spontaneo, accoglie tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze che presentano disturbi della alimentazione o disturbi della condotta alimentare per la valutazione diagnostica e l’impostazione del trattamento. La valutazione clinica e nutrizionale si avvale della valutazione congiunta con il dipartimento materno infantile e per le pazienti che entrano in età adulta con la psichiatria».

La Regione Lombardia - nell’intento di generare una cultura che avvicini le persone alle cure il più precocemente possibile - lo scorso febbraio ha approvato la legge “Disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie».

Già dal 2019 nel reparto di pediatria è stato allestito lo spazio Arancione in cui tutti i primi lunedì del mese, dalle 14 alle 16, si può accedere liberamente per chiedere supporto per tutti i tipi di dipendenze (droga, alcol, ma anche ludopatia, dipendenza da internet). «Abbiamo voluto questo spazio per accogliere i ragazzi in uno spazio neutro che non fosse quello del Sert, dice il primario dell’ospedale Maggiore di Lodi Roberta Giacchero. «Qui si procede con una valutazione multidisciplinare, dopo la quale il ragazzo viene indirizzato al percorso di cura migliore», ha aggiunto Giacchero .

© RIPRODUZIONE RISERVATA