Gibelli: «Basta ghetti nei centri storici»

Stop ai quartieri “ghetto” e alle zone degradate. Il leghista Andrea Gibelli, vicepresidente di Regione Lombardia, ha presentato nei giorni scorsi un progetto di legge soprannominato non a caso “Harlem”, per ricordare l’intervento dell’ex sindaco Rudolph Giuliani nel quartiere di New York. «Questo provvedimento - spiega il lumbard - permetterà alle amministrazioni comunali di selezionare le attività commerciali da aprire in una determinata area. Questo significa che i comuni avranno gli strumenti per evitare eccessive concentrazioni dello stesso tipo e per non snaturare quartieri e borghi storici. Si potrà utilizzare là dove necessario, la direttiva europea Bolkestein permette infatti di intervenire dove la qualità della vita viene meno o dove è penalizzato il principio di concorrenza». Per il vicegovernatore questo strumento potrebbe diventare una risorsa anche sul territorio ed essere sfruttato in alcune zone, come per esempio via Lodino nella città del Barbarossa o Casalpusterlengo.

Nel settore alimentare e della somministrazione delle bevande, la legge Harlem prevede che gli stranieri pronti ad avviare un’attività commerciale debbano dimostrare di saper parlare e comprendere l’italiano, inoltre dovranno obbligatoriamente esporre le indicazioni dei prodotti in lingua italiana. Alcune disposizioni riguardano invece i centri massaggi orientali che stanno proliferando in tutta la regione, nel giro di poco tempo anche nel capoluogo hanno fatto la loro comparsa due negozi tra corso Mazzini e viale Agnelli. Il testo parte dal presupposto che di fronte a una diffusione incontrollata dei centri massaggi c’è bisogno di una normativa definitiva: il provvedimento li assimila alle attività dei tradizionali centri estetici e rende la loro apertura subordinata al possesso di requisiti professionali, consentendo azioni di controllo alle amministrazioni comunali, ora impossibilitate a intervenire.

È prevista poi la nascita di un registro regionale del commercio ambulante per gestire la concessione e il rinnovo delle licenze.

La proposta della Lega nord ha già fatto discutere, e non solo al Pirellone. L’assessore alle attività produttive del comune di Lodi, Simone Uggetti, sottolinea che un intervento di massima da parte del settore pubblico potrebbe essere utile, ma senza nessun atteggiamento punitivo: «Come spesso accade - spiega - far rispettare le leggi che già esistono sarebbe un ottimo risultato, se si presume che dietro i centri massaggi ci sia la prostituzione, visto che è un reato non c’è bisogno della legge Harlem, più adatta in via Sarpi a Milano che in via Lodino. In città non ci sono zone in cui si affollano negozi stranieri, c’è via Lodino, ma lì ci sono anche dei residenti, l’11 per cento della popolazione è straniera, un dato rilevante. L’obiettivo è quello di avere un “mix” commerciale attrattivo per i clienti, positivo per i cittadini e tranquillo per chi ci abita. I ghetti non fanno bene a una città, ma non si deve soffocare l’iniziativa privata e in ogni caso lo spirito non deve essere affatto punitivo bensì aperto».

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