Giannoni, accordo più lontano

Accordo ancora lontano per la Giannoni di Marudo, dove sono annunciati 72 esuberi: l’azienda che fa componenti per le caldaie alza il bonus d’uscita ma non fa alcuna apertura sul part-time in azienda, e all’orizzonte si profila la possibilità di qualche ulteriore mese di cassa integrazione straordinaria come cuscinetto prima della mobilità. Oggi i lavoratori in assemblea diranno la loro sulle proposte, ma i sindacati non sembrano orientati al sì. Tra sette giorni in Regione ci sarà l’ultima chiamata, per un’intesa che al momento sembra difficile. Dopodiché scatterà la mobilità per 72 lavoratori su 180. Quello di ieri in Regione doveva essere l’ultimo incontro per tentare la strada dell’accordo, ma le posizioni di partenza erano molto lontane. L’ultima offerta dell’azienda era stata di 20 mila euro di incentivo all’esodo, con la possibilità di applicare il part-time a un piccolo gruppo di persone, non più di otto o dieci. Sindacati e lavoratori chiedevano cifre ben diverse per l’uscita volontaria, con una riorganizzazione aziendale improntata a un uso diffuso del part-time che permettesse di limitare gli esuberi. La trattativa ieri è stata lunga e l’azienda alla fine ha stabilito di mettere nero su bianco l’ultima proposta. Il testo però non era pronto ieri sera al momento di chiudere l’incontro, e dovrebbe essere recapitato ai sindacati soltanto oggi in giornata. «Ancora non sappiamo che cosa ci sarà scritto nel dettaglio, quindi è azzardato fare valutazioni compiute - dice Giovanni Ranzini della Fiom Cgil -. Quanto prospettato non convince: rispetto al part-time non abbiamo avuto significative proposte. Ne parleremo con i lavoratori, e proveremo a lavorare ancora per un’intesa, ma la direzione non è quella giusta». Durante l’incontro è stata avanzata una nuova proposta per l’incentivo all’esodo con un importo più alto rispetto all’ultima offerta. Tuttavia, non si tratterebbe di cifre irrinunciabili e l’aumento sarebbe «solo di qualche migliaio di euro», dice una fonte. Per il part-time sarebbe stata confermata la volontà di applicarlo a 8 o 10 persone, non di più. Infine, e sarebbe la novità più rilevante, è stata valutata positivamente la possibilità di accedere a un ulteriore, piccolo, periodo di cassa integrazione straordinaria, probabilmente con la mobilità già aperta e definita. Si tratterebbe di pochi mesi, al massimo 6, e senza possibilità di negoziare successivamente gli esuberi individuati. «Non abbiamo ancora certezze, vediamo che cosa ci recapiterà l’azienda - afferma Giuseppe Rossi della Fim Cisl -. La posizione sindacale è unitaria, comunque, e le proposte non sono soddisfacenti. Vediamo cosa ne pensano i lavoratori».

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