Fiege, sindacalista condannato

Quattro mesi di carcere per resistenza a pubblico ufficiale, ma con i doppi benefici della sospensione condizionale della pena e della non menzione sul casellario giudiziale: il giudice Stefania Letizia ha condannato Fulvio Di Giorgio, il 43enne leader del sindacato autonomo Si Cobas che era stato arrestato alla fine di dicembre del 2009 per gli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine davanti ai cancelli della logistica Fiege Borruso in località Garibaldino a Brembio, ma il sindacalista è stato ritenuto responsabile solo di resistenza a pubblico ufficiale. È stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”, invece, dal secondo capo d’imputazione, quello di lesioni per i 20 giorni di prognosi riportati dal dirigente della Digos di Lodi Angelo Di Legge, trattenuto in ospedale per un’intera nottata, per trauma toracico. «Ritengo che il giudice abbia escluso il dolo - spiega l’avvocato Sergio Pezzuchi di Brescia, che ha difeso Di Giorgio e l'altro manifestante arrestato -, probabilmente si ritiene che il dirigente sia stato colpito involontariamente, durante la resistenza alle pressioni delle forze dell'ordine per rimuovere il blocco degli operai davanti ai cancelli della logistica. Credo però che faremo appello, perché c’è giurisprudenza che scrimina la resistenza passiva: Di Giorgio si sarebbe solo opposto ad essere caricato sull’auto della polizia puntando i piedi, ritenendo che stesse avvenendo qualcosa di illegittimo».

Il coimputato, l'operaio albanese Ermir Gremi, 33 anni, di Brembio, è stato invece assolto da entrambe le accuse: da quella di resistenza a pubblico ufficiale “perché il fatto non costituisce reato”, da quella di lesioni, nel suo caso secondo l'accusa ai danni di un ispettore capo, V.S. (dieci giorni di prognosi per una contusione alla spalla) l’assoluzione è arrivata “per non aver commesso il fatto”. L'agente contuso, infatti, al processo ha testimoniato di essere caduto, e secondo il giudice quindi le lesioni non sono attribuibili all'operaio.

I Cobas avevano filmato gli scontri, e il giudice nel corso del processo aveva visionato le immagini. I picchetti davanti alla Fiege erano scattati dopo una riorganizzazione, con cambio di cooperativa, che sarebbe costata la perdita di circa 30 dei 70 posti di lavoro complessivi. Anche la prefettura si era interessata al caso e l'esito era stato, secondo i Cobas, un successo. Alle prime udienze del processo si erano presentati anche i colleghi di Gremi e giovani dei centri sociali. Ieri invece in aula c’era solo l'avvocato.

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