Febbre del Nilo, via ai test Asl

Ieri sono stati raccolti i primi insetti catturati con le gabbie di anidride carbonica disposte fra Castelnuovo e Somaglia, alla Muzza e nei dintorni del capoluogo

Il termometro dell’Asl di Lodi per ora non segna la febbre del Nilo. Nessun caso di “West Nile” è stato segnalato ma sono comunque iniziate, con finalità preventiva, le operazioni di monitoraggio del territorio dopo l’allarme scattato nel Piacentino e nel Cremonese. E ieri negli uffici del dipartimento di veterinaria Asl di via Pietrasanta sono state raccolte le prime zanzare catturate fra Castelnuovo e Somaglia. Altre tre gabbie sono state posizionate alla Muzza di Cornegliano, a Mairago e nell’hinterland di Lodi. «Effettueremo tre catture a distanza di 15 giorni nei diversi punti di posizionamento delle gabbie - ha spiegato Enrico Bulgarelli, referente del reparto trasmissione malattie dell’Asl di Lodi - fino alla metà di ottobre». Gli insetti vengono attratti nelle gabbie da una nube di anidride carbonica. Si chiamano appunto gabbie Co2. La cattura delle zanzare riguarda le ore serali, perché ad essere portatrici della febbre del Nilo sono le zanzare della sera e non quelle diurne. Tantomeno le zanzare tigre che non trasmettono questo tipo di malattia. «Le zanzare catturate vengono inviate all’istituto entomologico di Reggio Emilia per la ricerca del virus al loro interno - ha precisato Bulgarelli - e solo in caso di riscontro positivo al virus, si dà inizio a un preciso protocollo per la lotta alla malattia sul territorio». «Non occorre fare nessun allarmismo sul fenomeno West Nile: - ha dichiarato il direttore del dipartimento di veterinaria dell’Asl di Lodi Enrico Rossi -, i controlli che stiamo effettuando rientrano nel piano voluto da Regione Lombardia per analizzare l’eventuale presenza del virus nel nostro territorio». «Il monitoraggio riguarda cornacchie grigie, tortore, gazze e ghiandaie, - ha spiegato Rossi - per cui abbiamo attivato una collaborazione con l’ufficio caccia della Provincia di Lodi per il reperimento di circa 50 esemplari». «Ma il controllo riguarda anche le zanzare - ha proseguito Rossi -, che sono insetti vettori (nel senso che sono portatori della malattia che possono prendere pungendo un animale malato e pungendo poi un altro animale o una persona, ndr), ma viene effettuato anche il monitoraggio passivo, ossia su animali morti, negli allevamenti equini, che sono gli animali più esposti alla malattia». «Nei cavalli la malattia si rivela con manifestazioni nervose - ha precisato Gianfranco Manzoni, veterinario dell’Asl -, ma da noi per ora non si sono mai verificati episodi». Nessun caso però nemmeno fra le persone. Come conferma la dottoressa Anna Maria Belloni, affiancata dal direttore servizi sintomatici umani Claudio Bovera dell’Asl di Lodi, i casi di encefaliti, a livello mondiale si attestano intorno all’1 per cento e in questa percentuale si attesta al 9 per cento la quantità di casi letali. La malattia però è per lo più asintomatica. La West Nile è una malattia che giunge dall’Uganda. A portarla sono i volatili, gli uccelli migratori, mentre le zanzare sono “solo” trasmettitori, amplificatori del virus. La più grande epidemia di West Nile risale al 2000 in America mentre in Italia, la febbre del Nilo ha cominciato a salire lo scorso anno: prima alla palude di Fucecchio in Toscana, nel 2008 nel Ferrarese e quest’anno, nel Cremonese, a due passi dal Lodigiano, è stata riscontrata la positività delle zanzare alla West Nile.

Martedì, intanto, si è registrato il primo decesso: una paziente di 82 anni, già affetta da una severa sindrome immuno depressiva e risultata positiva al virus, è morta all’ospedale di Reggio Emilia.

Sara Gambarini

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