Esplode l’influenza, ospedali presi d’assalto a Lodi, Codogno e Vizzolo

Esplode l’influenza, ospedali presi d’assalto. L’abbassarsi della colonnina di mercurio ha portato i primi ricoveri tra gli anziani e i più deboli.

Lodi e Codogno

Agli ospedali di Lodi e Codogno, in settimana, sono arrivati mediamente alle porte del Pronto soccorso, guidato dal primario Stefano Paglia, 250 persone al giorno. Una cifra che ha fatto sì che i malati stessero in cura, nel servizio di osservazione breve (Obi) del Maggiore di Lodi, anche un periodo di 70 ore. Altre persone hanno dovuto essere allocate, per mancanza di spazi, anche se per periodi più brevi e comunque sempre tenuti sotto controllo, nel corridoio del Pronto soccorso. Nell’area medica e pneumologica, a Lodi, si è arrivati anche a oltre 20 pazienti ricoverati fuori reparto e a più di 10 nell’ospedale di Codogno. A risentire del maxi afflusso è stato anche il reparto di Terapia intensiva coordinato dal medico Enrico Storti. Con i letti della Medicina e della Pneumologia pieni, la Terapia intensiva ha fatto fatica a dimettere i pazienti che erano usciti dalla fase critica. «L’influenza è arrivata - ammette il primario Paglia - e soprattutto per quanto riguarda i pazienti più anziani non sempre è possibile mandarli a casa con la tachipirina, è necessario ricoverarli».

Ambulatori pieni

«La situazione è pesante, ci sono ambulatori molto intasati - spiega il presidente dell’ordine dei medici Massimo Vajani -. Abbiamo un maxi afflusso di gente con la forma gastrointestinale. A questi ammalati si sono aggiunti poi quelli con forme delle vie aeree. Questa settimana ho trovato anche tre focolai di polmonite, in soggetti giovani. L’influenza si presenta con un febbrone resistente anche agli antipiretici che dura dai 2 ai 4 giorni. Si inizia sempre con l’utilizzo degli antipiretici. Dopo il quarto giorno, se i sintomi persistono, si prescrive l’antibiotico. Abbiamo in studio anche 60 malati al giorno. Io lavoro fino alle 20.30, faccio 8 ore di ambulatorio. In Medicina hanno parecchi casi: spesso i malati hanno tosse persistente, febbre elevata e molta spossatezza. La forma gastrointestinale poi è un flagello. So di assistiti che vanno al lavoro la mattina e improvvisamente ritornano a casa con vomito e dissenteria, anche senza febbre. Come si dice da noi: “Suca e melon la so stagion”. Il problema è che non si è più tanto avvezzi a sopportare la febbre, si vorrebbe che passasse subito».

Nel Sudmilano

«Anche noi - spiega il pediatra di Melegnano Stefano Pirovano - abbiamo la sensazione che l’influenza sia arrivata. Per fortuna però siamo ancora ai primi casi che vanno ad aggiungersi alle forme gastrointestinali». «È vero, l’influenza c’è, ma da noi la situazione non è ancora drammatica», ammette il presidente dell’ordine dei medici milanese Carlo Rossi. Al Pronto soccorso di Vizzolo, invece, spiega il direttore sanitario Pierangelo Sarchi, «dai primi giorni di dicembre si è evidenziato un incremento significativo degli accessi al Pronto soccorso, correlabili anche alle festività del periodo. Nell’area pediatrica le patologie più frequenti sono bronchiolite, polmonite e gastroenterite virale. Nel Pronto soccorso degli adulti, invece, oltre alle patologie stagionali sono aumentati gli accessi correlati ai traumatismi».

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