E in città è già scoppiata la “guerra dei manifesti”

E pensare che c’è chi rischia d’inchiodare nel bel mezzo della strada, in un traffico asfissiante. Tutta colpa del “faccione” del politico di turno che guarda gli automobilisti dall’alto, nel tentativo di convincerli a votare per lui (o lei). Nella città del Barbarossa, nel caso in cui qualcuno non lo avesse ancora capito, la “guerra dei manifesti” è iniziata. Manifesti a pagamento, per la precisione. Affissioni che, a seconda dell’utilizzo, possono costare care e salate. In via Defendente, per esempio, qualche tempo fa svettava Roberto Maroni, in corsa per il Pirellone in quota Lega nord, intento a comunicare che la sua Lombardia «vuole meno tasse per le imprese». Pochi giorni dopo, il barbaro sognante è stato coperto da una “new entry”, Claudio Pedrazzini, candidato alle regionali per il Pdl, che si è fatto strada con una gigantesca scritta “è ora”. È bastato poco tempo e la “pubblicità” è stata violata, ovvero... rotta a metà, con il risultato che a fianco di Pedrazzini si è affacciato il primo piano di Maroni. Tutto è tornato alla normalità quando il manifesto del vice presidente della Provincia è stato ricomposto. Casuale o meno che sia il susseguirsi di affissioni in via Defendente (e in altri punti della città), questo è stato solo il primo round.

Secondo le informazioni raccolte, negli spazi gestiti dall’Astem, si può sborsare 70 euro per dieci giorni, nel caso di un formato grande come il 6 per 3. Per gli avvisi più piccoli, invece, dieci “pezzi” per nemmeno due settimane possono costare 50 euro, il listino varia a seconda delle dimensione e del periodo. Nel caso in cui si volesse esporre un manifesto in uno spazio che non compete ad Astem, bisogna rivolgersi direttamente alla concessionaria pubblicitaria indicata sul posto. Per le strade di Lodi campeggiano gli “spot” dei Fratelli d’Italia, che hanno scelto di mostrare il simbolo del nuovo partito con la scritta “il coraggio delle idee” oppure di privilegiare la leader Giorgia Meloni, accompagnata da “la speranza si rimette in cammino”. È stata proprio la neo formazione di centrodestra a tappezzare il capoluogo dei manifesti che raffigurano il sindaco Lorenzo Guerini in “fuga” per Roma, con tanto di valigetta. Oltre ai Fratelli d’Italia, “incombono” sui lodigiani gli sguardi di Pier Luigi Bersani, in primissimo piano su di uno sfondo nero, di Umberto Ambrosoli, oltre al finanziere Giampiero Samorì e alla propaganda elettorale firmata Udc. Fatta salva qualche eccezione, la formula utilizzata dai politici è decisamente standard, il che significa: fotografia del leader più slogan, non sempre comprensibile ai più.

Oltre alle affissioni a pagamento, nei prossimi giorni saranno con tutta probabilità riempiti gli spazi gratuiti attribuiti per legge tramite estrazione, generalmente posizionati vicino ai seggi (ma non solo). In tutti questi punti è possibile trovarsi faccia a faccia con le tracce dei vecchi manifesti: da Guerini a Invernizzi, arrivando al referendum sull’acqua e all’appuntamento di Pontida.

Gr. Bo.

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