È fuori pericolo la donna aggredita

Vanno lentamente migliorando le condizioni di salute di Caterina Cipolla, l’84enne di Castiglione che mercoledì è stata derubata e malmenata da due sconosciute nella sua casa in via delle Rose. L’anziana si trova ricoverata nel reparto di chirurgia dell’ospedale San Raffaele, fatica a parlare e la maggiore preoccupazione è per la frattura alle costole e lo schiacciamento del polmone. Salvo complicazioni, dovrebbe però essere fuori pericolo. La sorella Piera e il nipote Aronne sono andati a trovarla anche ieri, la donna è vedova ormai da molti anni e sono loro la sua famiglia. Non si fermano intanto le indagini dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Codogno e della stazione di Castiglione.

Conclusi i rilievi e raccolte le testimonianze delle persone che per prime sono state sul luogo dell’aggressione, ora si è nella fase più delicata, quella in cui tutti gli elementi devono trovare un ordine e condurre alle responsabili della violenza. «L’hanno conciata come non si può immaginare - spiegava ieri Piera -. È stata colpita con una bottiglia in testa e ha perso i sensi. Sul pavimento c’erano i vetri rotti». Secondo la sorella, Caterina avrebbe cercato in qualche modo di difendersi, ma era da sola e ha dovuto arrendersi: «La casa è sottosopra - ha raccontato -. Ci sono cassetti aperti e roba buttata dappertutto. Un pezzo di tenda è strappato dalla finestra, non so, non so, cosa sia successo là dentro. Credo che Caterina si sia opposta, ma come poteva?».

Quel giorno l’anziana indossava cinque sei maglioni uno sopra l’altro, come suo solito, per non sentire freddo quando esce in cortile a fare le sue cose. «Hanno attutito un po’ le botte e infatti non ha lividi - ha aggiunto Aronne -, ma ha tutte fratture scomposte, è ferita alla testa, al collo e alle mani».

La ricostruzione di com’è andata realmente resta affidata al racconto frammentario dell’84enne, ancora sotto shock, ma comunque in grado di ricordare: «Le donne si sono presentate il mattino per farle fare le asole a una giacca e sono tornate il pomeriggio - prosegue il nipote -. Una volta dentro casa hanno chiesto a mia nonna i soldi, lei ha risposto che non li aveva e così l’hanno spintonata sul divano. Poi le hanno puntato alla gola un arnese di ferro che avevano nella borsa e le hanno rotto una bottiglia di liquore in testa. Erano due donne giovani, con i capelli castani e di corporatura robusta. Parlavano italiano, anzi, sembravano del posto».

Laura Gozzini

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