È di un “cervellone” paullese la bici 2.0 che spopola in Usa

Ha cercato fortuna in America (e l’ha trovata), ma è a Paullo, nella biblioteca, che è nata l’idea che ha reso famoso Mattia De Santis: una bicicletta completamente “interconnessa”, che rappresenta il prototipo di quelle che saranno le “due ruote” nel futuro. È stata presentata sabato al convegno sulla Smart Land, organizzato dal Comune di Paullo all’auditorium Frassati, come pezzo pregiato dell’imprenditoria locale.

A 29 anni, il giovane ingegnere meccanico paullese ha fondato nel 2015 con un amico Volata Cycles, una start-up italo americana con sede principale a San Francisco. Ed ecco l’idea: perché non costruire una bici hi-tech? Detto, fatto. «Abbiamo pensato ad una soluzione integrata, che coniughi sport e utility, nell’ottica di un mezzo di trasporto sostenibile ed efficiente», spiega De Santis, che ha scelto gli States per lanciare il suo progetto, proprio per l’apertura di credito che fuori dai confini nazionali si ottiene per idee buone, troppo spesso in Italia sigillate in un cassetto.

Non a caso il video del lancio di Volata è “girato” in California. «Ogni volta che lo vedo è sempre più bello», scherza il giovane imprenditore. Alla base del progetto c’è la “connettività”: Internet (Gprs), tracciamento del percorso e monitoraggio delle performance, ma anche modalità antifurto (Gps) e interazione diretta con il proprio smartphone o strumento elettronico (Bluetooth). Non solo, sono stati contemplati una serie di “automatismi”, ad esempio le luci a Led che si accendono in galleria o al buio. Oltre a fari intelligenti anteriori e posteriori, si è inserito un tasto nei comandi per il clacson (come quello delle moto). C’è perfino un sensore di movimento che si attiva appena la bici si sposta: basta addirittura toccare Volata e sullo smartphone del proprietario giunge la notifica via sms. Gli sviluppi non sono finiti: si sta valutando ad esempio una modalità per migliorare il pronto intervento in caso di incidente. Se avviene un impatto molto forte, ad esempio, si potrebbe far partire in automatico la chiamata al Soccorso sanitario con le coordinate del luogo o ad un altro numero indicato dal proprietario.

«La nostra bici ben si inserisce nell’ottica di una smart land e di una smart city – sottolinea De Santis –. Può essere essa stesa un elemento di dati per la città: è possibile avere informazioni in tempo reale, banalmente sul traffico, ma su tante altre cose. Abbiamo previsto un’elettronica dotata di una serie di sensori, che possono determinare cosa sta facendo l’utente in una zona della città, interagendo con la rete di connessione locale. Può essere un elemento per i big data, sfruttando la cosiddetta Internet of things. Il futuro della mobilità urbana sostenibile è questo».

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