Diventiamo come il Sudtirolo

Fresco di ritorno da grandi eventi sportivi vissuti in Alto Adige, torno sul parallelo che mi sta a cuore. Se organizzassi eventi sportivi di livello nazionale nel Lodigiano, potrei offrire ai giornalisti accreditati un pernottamento in collina a Graffignana: e sarei sicuro di fare bella figura. Dopo la conferenza stampa di presentazione con i campioni presenti, agli ospiti offrirei un buffet “ Lodigiano Terra buona”: antipasto con salame Sanfioranetto e cacciatori Bertoletti, scaglie di grana padano e assaggio di raspadura Caseificio Zucchelli in salsa Biffi, accompagnati da vini d.o.c. Banini; assaggio di risotto all’oriese, bocconcini di coniglio al forno con contorni di stagione, colline di polenta con pesciolini fritti dell’Adda e buon rosso San Colombano. Per finire: tortionata di Lodi e biscotti di Codogno. La cenetta soddisferebbe alla grande gli invitati che, calatisi in un territorio alle porte di Milano per assistere alla corsa in calendario, avrebbero l’occasione di non confondere lucciole ( Lodi) per lanterne (Milano), laddove le piccole lucciole sono esseri simpatici, fascinosi testimoni di una civiltà.

L’idea della Provincia di promuovere il Lodigiano attraverso i volti dei suoi campioni sportivi mi trova più che d’accordo. Sono reduce da due week end in Val Gardena e Val Pusteria, due paradisi; ho partecipato a eventi ciclistici che hanno portato lassù 5.200 bikers (oltre a migliaia di famigliari e amici vari). Nelle presentazioni stampa e nelle cene con le autorità, dalla birra al vino, dagli antipasti al dolce, ho assaggiato squisitezze tutte e solo Made in Sudtirol. C’erano alcuni campioni dello sci ed entrambe le manifestazioni hanno devoluto parte del ricavato ad “Assisport” , fondo per la promozione dello sport giovanile regionale.

Lo sport è motore trainante e fabbrica di immagine sempre più importante per un territorio, ma pure un marchio di identità, di cultura e stile di vita. Fa benissimo quindi la Provincia di Lodi a coinvolgere i vari Gallinari e Lucchini nella rincorsa a ritagliarsi un’ immagine, una maggior visibilità attraverso i volti di giovani sportivi di successo. Le settimane gastronomiche e le rassegne culinarie sono un primo passo, ma non bastano: il volano ideale per un territorio è lo sport. Gli altoatesini lo hanno capito da decenni, mentre noi ci accontentavamo di sederci a tifare davanti alla tv. Ma ritengo necessario e urgente aggiungere alla politica d’immagine che i buoni esempi sportivi portano, anche l’importanza dell’implementazione sportiva sul campo e nelle scuole. Qualcosa in verità già si sta facendo. Grazie all’Assessorato allo Sport della Provincia, al Provveditorato di Lodi (speriamo che resista...) e al Coni provinciale, lo sviluppo dell’attività motoria nelle scuole si sta attivando; ma anche gli Enti sportivi, le tante società e i grandi marchi lodigiani del mondo produttivo devono sostenere questa politica di educazione rivolta ai giovanissimi, aiutando l’avviamento sportivo nelle scuole.

A Orio Litta da quattro anni gli scolari delle elementari seguono il corso “Bambini in bicicletta” finanziato dal Comune. A Senna nelle scuole da un anno c’è un corso analogo. Sono due esempi, piccoli nei numeri ma assai significativi, da seguire, due isole educative e sportive portate avanti da gente di sport che ama lo sport coniugato alla crescita dei valori. Per far sì che abbiano un seguito è però necessario supportare e ampliare il discorso coinvolgendo altri soggetti. In Sudtirol c’è “Assisport”: anche nel Lodigiano dovremmo inventare qualcosa di simile. Da ciclista e dirigente di società ciclistica io devolverei un euro a partecipante per ogni corsa o raduno ciclistico: sarebbe utile per creare un “fondo giovanissimi sportivi” gestito magari dal Coni. E’ un preciso seppur piccolo punto di partenza, a cui gli Enti locali e aziende del mondo produttivo potrebbero affiancarsi per far lievitare la scuola dello sport lodigiana. Per sognare in prospettiva altri volti di futuri campioni lodigiani alla ribalta delle cronache, orgogliosi come Gallinari di provenire da un territorio che, tranne il clima afoso, non ha nulla da invidiare a nessun altro posto.

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